Autore: Redazione
26/02/2018

Pierre Moscovici annuncia che la Commissione Europea presenterà la sua proposta per la Web Tax il 21 marzo

Il commissario agli affari economici e monetari invita ad aprire un dibattito internazionale per trovare soluzioni univoche e invita le aziende del tech a partecipare alle discussioni

Pierre Moscovici annuncia che la Commissione Europea presenterà la sua proposta per la Web Tax il 21 marzo

Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici e monetari, ha dichiarato che la Commissione Europea intende presentare la sua proposta per la Web Tax il 21 marzo e ha affermato che “si deve agire rapidamente per garantire un approccio comune alla tassazione digitale che sia condiviso dagli stati membri e dalle aziende tecnologiche”. Moscovici è stato il relatore principale dell’evento “Master of Digital 2018”, organizzato dal gruppo di lobby di Bruxelles DigitalEurope e ha parlato a una platea composta da molti esponenti di aziende che saranno soggette alla tassazione internet  tra cui Google, Microsoft e Intel.

Tassazione pre-Internet

Egli ha affermato che i quadri di tassazione delle società “concepiti in un’era pre-internet”, non sono riusciti a tenere il passo con il ritmo del cambiamento, in quanto “si basano fortemente sul concetto di presenza fisica e sono sostenuti dal semplice principio secondo cui gli utili dovrebbero essere tassati dove viene creato il valore”. Ma, ”in un mondo digitalizzato, può essere difficile individuare il valore che è stato creato, come è stato creato e dove dovrebbe essere tassato”.

Leggi fiscali inadeguate

Moscovici ha continuato dicendo che le entrate dei giganti della tecnologia sono in costante e veloce crescita e che le leggi fiscali non sono adeguate. La crescita media annua dei ricavi per “le migliori aziende digitali” si è attestata intorno al 14% dal 2011 a oggi, a fronte di un tasso di crescita dello 0,2% per le altre multinazionali e del 3% per le aziende dei settori It e delle telecomunicazione.

Revisione radicale

Il commissario ha affermato che ciò pone un problema di equità fiscale, in quanto, i modelli aziendali nazionali digitalizzati sono soggetti a un’aliquota fiscale effettiva del 9%, contro oltre il 21% dei modelli commerciali tradizionali. Queste difficoltà richiedono “una revisione radicale dei nostri sistemi di tassazione delle società - e l’Europa sta per decidere come farlo”, ha detto.

Coesione necessaria

Moscovici sostiene che gli Stati membri “andranno avanti e che intendono intraprendere anche azioni unilaterali in questo settore”. Moscovici ha avvertito che una combinazione soluzioni nazionali frammentate e non coordinate avrebbe però un impatto negativo sul mercato unico, accrescerebbe i costi di adeguamento alla normativa e pregiudicherebbe la competitività”. L’Italia è, insieme a Francia, Germania e Spagna, tra i Paesi che insistono maggiormente sulla definizione della Web Tax; il sostegno degli altri stati membri è diffuso, con l’eccezione di Irlanda e Lussemburgo, che non appoggiano la proposta. Ma occorre un sì all’unanimità per qualsiasi modifica alla normativa fiscale dell’Ue.

Dibattito internazionale

Ha esortato, dunque, gli Stati membri a partecipare alla discussione sulle azioni che l’UE dovrebbe intraprendere e il mese prossimo la Commissione presenterà la propria proposta per la tassazione dell’economia digitale, proprio con l’obiettivo di dare impulso al dibattito internazionale, ma ha sottolineato che “non è un prerequisito”. Ha spiegato che la Commissione Ue sta lavorando in stretta collaborazione con l’OCSE su questo tema e ha chiesto anche alle aziende del digitale di collaborare per trovare insieme alle autorità una soluzione. Per questo, il 7 marzo a Bruxelles Moscovici ospiterà una tavola rotonda con i rappresentanti di alcune aziende tecnologiche.