Ufficiale: è Mark Read il nuovo Chief Executive Officer di WPP. Andrew Scott confermato COO
Dopo ben quattro mesi di ricerca la holding britannica ha scelto un candidato interno. Andrew Scott confermato nel ruolo di Chief Operating Officer, Roberto Quarta nuovamente presidente non esecutivo
Dopo le indiscrezioni degli scorsi mesi, rafforzate dalle indicazioni dei giornali nell’ultima settimana, è arrivata l’ufficialità: il successore di Sir Martin Sorrell alla guida di WPP è una figura interna, Mark Read. In una nota, la holding ha spiegato anche che Read è stato nominato Executive Director nel board della società. Roberto Quarta, invece, torna a ricoprire la carica di presidente non esecutivo.
Dunque, il processo di ricerca del nuovo Ceo è terminato con la scelta di un candidato interno: Read, che è entrato in WPP nel 1989, per poi intraprendere anche altre esperienze nel corso di questi anni, è stato Chief Operating Officer insieme ad Andrew Scott durante i mesi di “interregno”, in cui la poltrona occupata per oltre tre decenni da Sir Martin Sorrell è rimasta vacante.
Lo stesso Scott manterrà l’incarico di responsabile operativo (Coo), “quale figura chiave” dell’azienda. Read avrà un salario annuale leggermente al di sotto del milione di sterline e assai inferiore a quello di Sorrell, con un bonus legato al raggiungimento degli obiettivi e una clausola di non concorrenza.
Oggi la semestrale
La nomina di Read arriva in un periodo caldissimo per l’azienda: oggi, infatti, WPP comunicherà i dati semestrali al 30 giugno. E gli osservatori, dopo le prestazioni altalenanti della compagnia, nonché delle altre holding, guardano con interesse all’andamento del colosso d’oltremanica. The Wall Street Journal, che ha anticipato la notizia, ha scritto che nelle ultime settimane brand e investitori finanziari hanno aumentato la pressione nei confronti di WPP al fine di rendere più trasparenti le attività di acquisto degli spazi pubblicitari sui canali digitali. Segno che Read dovrà lavorare sul consolidamento dei diversi servizi della holding.
Una nuova industry
A tal proposito, sempre nella nota diramata ieri mattina, Read ha parlato dell’attuale panorama della comunicazione mondiale: “La nostra industry sta attraversando un periodo di cambiamenti strutturali, non di declino strutturale, e se abbracciamo questa trasformazione possiamo guardare avanti, verso un futuro entusiasmante e di successo. La nostra missione è liberare tutto il potenziale esistente all’interno dell’azienda a vantaggio dei nostri clienti, per accelerare la trasformazione e semplificare l’offerta”.
Read ha anche accennato alla volontà di posizionare WPP in un nuovo universo di crescita. “Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo promuovere una cultura che attragga i migliori talenti: inclusiva, rispettosa, collaborativa, diversificata. Ciò che rende speciale la nostra azienda è chi la compone, e sono davvero orgoglioso di aver avuto la possibilità di costruire una nuova WPP insieme a loro”.
La carriera di Mark Read
Prima di diventare Ceo di WPP, Read, nato a Londra cinquantuno anni fa da padre imprenditore e madre dentista, è stato presidente e Global Ceo di Wundermann, società dell’ampia “galassia” di WPP, allargandone le competenze dal direct marketing a discipline quali la trasformazione digitale e l’ecommerce in ottica consulenziale. Dal 2002 è stato Director of Strategy della stessa WPP. La sua carriera è iniziata, però, alla Royal Bank of Scotland e dopo la prima esperienza in WPP, dal 1989 al 1995, è proseguita in Booz-Allen & Hamilton. Read ha anche fondato la startup WebRewards.
Il commento di Sir Martin
Infine, non poteva mancare la dichiarazione al vetriolo di Sir Martin Sorrell. Il manager, oggi al timone di S4 Capital, ha detto che il processo di ricerca “è stato uno spreco di tempo”, dal momento che Read e Scott erano stati individuati come figure di riferimento già ad aprile. Al Festival di Cannes, Sorrell, che detiene circa il 2% di WPP, aveva consigliato alla sua ex società di far lavorare insieme Read e Scott, promuovendo entrambi a Ceo. Ma così non è stato.