Autore: Redazione
15/03/2018

Google Bad Ads Report: nel 2017 cancellati 3,2 miliardi di annunci malevoli

Il dato equivale a un ritmo di 100 pubblicità irregolari al secondo. E la tecnologia di Big G è sempre più preparata ad affrontare il problema

Google Bad Ads Report: nel 2017 cancellati 3,2 miliardi di annunci malevoli

Nel 2017 Google ha rimosso oltre 3,2 miliardi di pubblicità che violavano le norme e le regole della società, un dato che equivale a un ritmo di 100 annunci irregolari al secondo. “Questo significa che siamo in grado di bloccare la maggior parte delle esperienze pubblicitarie negative, come la diffusione di malware e il phishing, prima che abbiano un impatto sulle persone. Abbiamo inoltre bloccato 79 milioni di pubblicità che, all’interno del nostro network, cercavano di indirizzare le persone su siti web che ospitavano malware, e nel corso dell’anno abbiamo rimosso 400.000 di questi siti web non sicuri. Abbiamo inoltre eliminato 66 milioni di pubblicità trick-to-click e anche 48 milioni di pubblicità che cercavano di far installare agli utenti dei software indesiderati”, spiega in un blogpost Scott Spencer, director of sustainable ads di Google.

Una nuova tecnologia per proteggere gli inserzionisti

Lo scorso anno, Mountain View ha rimosso dalla sua rete pubblicitaria 320.000 publisher che violavano le norme per chi ospita pubblicità. Sono stati inoltre bloccati circa 90.000 siti web e 700.000 app per dispositivi mobili. Risultati importanti sostenuti dall’introduzione di una nuova tecnologia che permette a Google di rimuovere gli annunci da oltre 2 milioni di URL ogni mese. “La tecnologia che consente di applicare le norme a livello di pagina ci permette di proteggere meglio i nostri inserzionisti, rimuovendo più pubblicità da un maggior numero di siti, e riducendo allo stesso tempo l’impatto sui publisher legittimi”, continua Spencer. Questa nuova tecnologia è fondamentale per applicare su larga scala le norme che proibiscono di monetizzare attraverso contenuti inappropriati o controversi. Dopo aver esteso, ad aprile 2017, la norma che regola i contenuti dispregiativi o pericolosi in modo da poter includere altre forme di discriminazione e di intolleranza, Google ha cancellato gli annunci da 8.700 pagine che violavano questa nostra norma estesa.

Contrasto ai contenuti ingannevoli online

Per guadagnare con gli annunci di Google è necessario rispettare le regole, il che significa rispettare prima di tutto gli utenti, ammonisce Spencer, ricordando come nel 2017 Big G abbia versato nelle casse degli editori partner 12,6 miliardi di dollari di pubblicità. “Le nostre norme per i publisher sono state create per aiutarci a mantenere questo equilibrio anche con l’evolvere delle tendenze online. Per esempio, negli ultimi anni abbiamo visto aumentare il numero dei truffatori che cercano di approfittare della crescente popolarità delle notizie online. Ai siti web che fanno parte della nostra rete pubblicitaria non è permesso monetizzare su contenuti ingannevoli. In sostanza, significa che non è possibile fingere di essere un sito legittimo di notizie con sede a Londra se in realtà si è un truffatore che lavora con contenuti ingannevoli in un’altra città. Nel 2017, abbiamo scoperto che un piccolo numero di publisher era responsabile della maggior parte di queste violazioni. Degli 11.000 siti web che abbiamo esaminato per una possibile violazione delle norme sui contenuti ingannevoli, ne abbiamo bloccati oltre 650 e abbiamo eliminato 90 publisher dalla nostra rete”, scrive Spencer.

Scraping

Sempre più spesso Google registra violazioni delle sue norme sull’appropriazione di contenuti (scraping). Questo tipo di violazione si verifica quando qualcuno cerca di guadagnare rapidamente copiando notizie o contenuti da altri siti. Nel 2017, sono stati bloccati oltre 12.000 siti web per aver copiato e duplicato contenuti da altri siti, in aumento rispetto ai 10.000 del 2016.

Tabloid cloaking

“Una pubblicità dal titolo ‘Ellen DeGeneres adotta un cucciolo di elefante’ farebbe venire voglia di leggerla? Probabilmente sì”, sentenzia Spencer. Negli ultimi anni, alcuni malintenzionati hanno cercato di vendere pillole dietetiche e ricette ingannevoli per perdere peso, attraverso pubblicità che sembrano delle notizie sensazionalistiche, ma che in realtà riconducevano a un sito che vendeva un prodotto diverso e non collegato alla notizia. È una procedura che si chiama tabloid cloaking e l’anno scorso sono stati sospesi 7.000 account AdWords accusati di aver violato la norma relativa. Nel 2016 erano stati 1.400.