Accenture Interactive, Alessandro Diana discute della nuova unit
Le ultime evoluzioni della struttura, il progetto digitale con Sanofi e il consolidamento delle attività creative in questa intervista a cura di DailyNet

Incontrato a margine dell’evento di presentazione alla stampa di Uwell, la nuova piattaforma digitale per la salute e il benessere lanciata da Sanofi Italia, Alessandro Diana, Managing Director di Accenture Interactive in Italia, non nasconde la sua soddisfazione per l’iniziativa. «Sono davvero contento perché Uwell riassume l’anima di experience agency che abbiamo voluto dare in questi anni di lavoro ad Accenture Interactive - spiega a DailyNet -. Abbiamo progettato una vera e propria esperienza e, per farlo, abbiamo attivato tutto il nostro know how: dal naming al logo, dall’expertise nel design di Fjord fino alla creatività della comunicazione e alla gestione dei contenuti. In sintesi è un’operazione con un approccio fortemente multidisciplinare e olistico, che va a premiare il nostro posizionamento». Come spiegato dal management di Sanofi, infatti, la scelta di aprire una collaborazione con Accenture Interactive nell’ambito di una gara a 4, è stata motivata dalla capacità della sigla guidata da Alessandro Diana di rispondere a tutte le esigenze di comunicazione.
Accenture Interactive nel programmatic media buying
Ma la grandissima novità è rappresentata dalla notizia, annunciata settimana scorsa, del lancio della unit Accenture Interactive Programmatic Services. A dire il vero il colosso globale aveva sempre detto di non essere propenso a un’incursione nella sfera del media buying. «Ci interessa intercettare discontinuità e cambiamenti - ha affermato Alessandro Diana -. Non siamo interessati al media buying tradizionale ma sul fronte del programmatic le cose sono cambiate perché, oggi, disponiamo dei dati e della tecnologia per supportare al meglio i nostri clienti». Il programmatic, infatti, ha provocato un ripensamento dell’approccio e dei modelli operativi, su più livelli, compreso quello commerciale. «Quello che vogliamo è operare in piena trasparenza, sia sul mercato, sia nel rapporto con i nostri partner». E proprio la lista di partner di Accenture Interactive si è allungata in modo esponenziale negli ultimi mesi: Maserati, il Vaticano e Radisson Hotel Group hanno avviato una collaborazione con la struttura. A decretare ulteriormente la leadership, poi, ci ha pensato Advertising Age, che ha nominato Accenture Interactive come la più grande agenzia digitale globale per il terzo anno consecutivo, capace di generare un fatturato di 6,5 miliardi di dollari.
Accenture Interactive Programmatic Services in Italia
La practice Accenture Interactive Programmatic Services è stata attivata negli Stati Uniti, ma la dimensione globale della società consentirà un rapido sviluppo in ambito internazionale, in linea con la sua strategia operativa. A livello di tempistiche non ci sono ancora date precise per lo sbarco nello Stivale, «ma ci stiamo strutturando insieme all’Area Marketing di cui è responsabile Davide Contrini», ha puntualizzato Alessandro Diana. E la unit sarà co-gestita insieme ad Accenture Operations.

Il tema creativo
Se l’ingresso nell’area del programmatic buying è ancora da completare, Accenture Interactive è ormai un’agenzia affermata per quanto riguarda la creatività. «Non ci piace definirci o operare alla stregua di un network o di una holding, siamo un’unica entità globale - precisa il manager -. Il tema creativo è stato il nostro penultimo tassello per arrivare a un’offerta veramente completa. E oggi vogliamo continuare a crescere, anche in Italia». Nel BelPaese Alessandro Diana sta lavorando per consolidare un team orientato ai principi della Creative Science, capace di connettere in modo fruttuoso dati e creatività, «una proposizione che implica un ripensamento dell’approccio alla luce dei dati, grazie anche alla disponibilità di nuovi tool». Una parabola impressionante, dunque, che ha portato Accenture Interactive a essere una realtà da centinaia di persone solo in Italia, e di cui fanno parte creativi di primo piano come Max Cremonini, il cui peso è inferiore solo a Stati Uniti e Gran Bretagna se si volge lo sguardo all’ambito internazionale. E che, per svilupparsi ancora, potrebbe fare ricorso anche a leve non organiche: «Guardiamo al mercato con grande attenzione, ma, per ora, non abbiamo ancora trovato quell’agenzia in grado di impressionarci», ha concluso Alessandro Diana.