Autore: Redazione
09/03/2018

Viacom: la raccolta pubblicitaria 2017 “vola” a +62%, il perimetro cresce con Radio Italia Rap Tv

La concessionaria del Gruppo guidata da Paolo Romano punta sui progetti verticali per un pubblico di 25-54enni; trend positivo a doppia cifra per l’area bambini, Super! leader degli ascolti dtt sui 4-14

Viacom: la raccolta pubblicitaria 2017 “vola” a +62%, il perimetro cresce con Radio Italia Rap Tv

Viacom Italia scommette sulla frammentazione degli ascolti e sulle nuove modalità di fruizione televisiva da parte dei target giovani e attivi, che si spostano dalla tv generalista a quella tematica. E’ il “manifesto programmatico” del broadcaster e della sua concessionaria di pubblicità che, grazie a questa politica, ha chiuso il 2017 con una crescita record del 62% sull’anno precedente e un portafoglio che rappresenta complessivamente uno share medio del 3,5%. Obiettivo 2018, consolidare e ottenere dal mercato una valorizzazione corretta di questo share da parte degli investitori e, ovviamente, crescere.
Offerta leader sulla musica
Risultati che, come ribadisce a DailyMedia il direttore generale di Viacom Pubblicità & Brand Solutions, Paolo Romano, sono frutto anche di un notevole ampliamento del perimetro della concessionaria, conseguito nel corso del 2017. Da gennaio a ottobre, sono entrati sei nuovi canali: Radio Italia Tv, Pop e Cine Sony, Food Network, Alpha e Spike. Quest’anno, le nuove acquisizioni sono già due: Deejay Tv e Radio Italia Rap Tv, quest’ultima dal prossimo aprile. «Siamo interessati a qualsiasi progetto che sia di qualità, abbia una forte componente tematica e si rivolga a uno spettatore tra i 25 e i 54 anni. Questo crediamo sia il futuro della tv» spiega Romano, nell’ambito dell’offerta adulta, dove tra l’altro riprende forza l’area musicale, razionalizzata con il passaggio di tutti i marchi MTV sulla pay satellitare e la presenza sul digitale terrestre in chiaro con VH1. Area musicale «a cui non abbiamo mai rinunciato perché ci permette di intercettare il pubblico giovane con un’offerta leader che tra free to air e pay raggiunge uno share complessivo dello 0,6%, mentre la mattina dalle 9 alle 12 addirittura supera il 3%, in particolare sul target femminile». Vanno bene anche Paramount Channel, «una scommessa vinta con gli ascolti saldi sull’1% di share, e una targetizzazione perfetta che il mercato pubblicitario ci sta riconoscendo», e Spike, «progetto che piace, contemporaneo per il target maschile con un’offerta intrattenimento con cui cerchiamo di intercettare la parte più ludica e leggera degli interessi maschili».
L’area kids cresce a due cifre
Le cose vanno decisamente bene anche per l’area kids, un mercato che vale complessivamente circa 100 milioni di euro, all’85% assorbiti dalla piattaforma free to air, e che vanta otto canali dedicati. In questo mercato, Viacom è presente con i propri marchi Nickelodeon, Nick Jr. e Teen Nick, nonché come concessionaria pubblicitaria di Super! della De Agostini e di Pop della Sony sul digitale terrestre. Un portafoglio che a livello di raccolta cresce a doppia cifra intorno al 10%, tenendo conto l’ingresso di Pop. Super! è il primo canale del free to air per ascolti nei primi due mesi dell’anno con una audience di 62mila individui sui 4-14 e uno share del 6,7% nel giorno medio. Sempre nello stesso periodo, il canale registra un incremento del 52% presso il target 4-7 anni, «un dato positivo perché il pubblico dei bimbi più piccoli è molto ricercato dalle aziende di giocattoli, figurine, mondo scolare». Pop «è il canale più giovane della piattaforma, è ancora piccolo ma sta crescendo, ha un profilo ottimo con uno share del 2% sui bambini di 4-7 anni e soprattutto ha un target complementare a Super! in quanto leggermente più maschile». Sulla pay quella di Viacom è l’offerta più importante e genera uno share del 6% complessivo. «Nel 2018 - conclude Romano - pensiamo di crescere grazie a Pop che vanta l’1,2% di share circa nel giorno medio secondo i dati Auditel. Il mercato pubblicitario ha un comportamento non omogeneo che dipende dalle singole aziende, ma il comparto kids è consistente. Stiamo assistendo al tentativo di destagionalizzazione degli investimenti, soprattutto per via dell’e-commerce che cambia le tempistiche del sell in e sell out. Un ripensamento della strategia che noi auspichiamo, perché genera vantaggio per tutti».