Autore: Redazione
20/02/2018

Martin Sorrell paragona l’ad business di Amazon a un “foruncolo che crescerà in maniera violenta”

Secondo il ceo di WPP, la forza del tech giant come marketplace online, lo rende una buona casa per la pubblicità transazionale, ma non ancora una minaccia nei riguardi di Google e Facebook

Martin Sorrell paragona l’ad business di Amazon a un “foruncolo che crescerà in maniera violenta”

Sir Martin Sorrell, ceo di WPP, torna a parlare di Amazon e della sua espansione nell’ecosistema dell’advertising digitale. “Si potrebbe parlare di Amazon come una sorta di foruncolo, probabilmente è un po’ ingiusto come paragone, ma sta certamente crescendo. Sta diventando un brufolo più grande, o un bocciolo, o comunque si voglia definirlo”, ha dichiarato in un’intervista a CNBC venerdì scorso. Duopolio stabile Non è la prima volta che il ceo di WPP esprime la sua opinione a riguardo. In una recente intervista rilasciata a TechCrunch, lo aveva designato anche come il papabile candidato a mettere in pericolo l’equilibrio del duopolio di Google e Facebook. Tuttavia, sebbene non abbia dubbi sul fatto che il 2018 sarà l’anno di Amazon, ha ridimensionato le sue previsioni riguardo alla sua possibile influenza sul potere delle due OTT rivali. “La forza di Amazon come marketeplace online gli conferisce una posizione di vantaggio per la pubblicità transazionale. I search data saranno controllati da Amazon e ciò disintermedia i nostri clienti e il loro rapporto con il consumatore”, spiega. Crescita violenta Il peso pubblicitario di Amazon, sottolinea, oggi è ancora molto piccolo. L’anno scorso, ad esempio, i clienti WPP hanno speso 5 miliardi di dollari su Google e 2 miliardi di dollari su Facebook per la pubblicità, mentre Amazon ha ricevuto 200 milioni di dollari che, a detta del ceo, sono destinati a crescere solo fino a 300 l’anno prossimo. “In ogni caso, con questi numeri - conclude Sorrell - ci si aspetta che la presenza pubblicitaria di Amazon cresca violentemente, ma non che rappresenti ancora un problema per Google e Facebook”.