Lorenza Pigozzi: perché la verità è oggi un asset aziendale strategico
Garantire trasparenza e credibilità nei messaggi aziendali è oggi un vantaggio competitivo. Il direttore comunicazione strategica di Fincantieri al TEDxBelluno 2025 spiega come la comunicazione d’impresa si trasformi in un vero asset strategico all’interno della nuova dimensione della guerra cognitiva
Lorenza Pigozzi
Nel mondo corporate la reputazione incide ormai sulla competitività quanto gli asset materiali. Al TEDxBelluno 2025, dedicato al tema “Attrazione”, Lorenza Pigozzi, direttore comunicazione strategica di Fincantieri, ha spiegato come la verità, intesa come integrità dell’informazione, assuma oggi un valore strategico. Con l’intervento “Guerra cognitiva e difesa delle narrazioni”, ha illustrato un conflitto che non si sviluppa più solo sul piano fisico o territoriale, ma nella sfera mentale, dove si contendono percezioni, memorie e verità condivise.
Disinformazione come rischio
La memoria collettiva diventa un campo di battaglia e la disinformazione uno strumento capace di orientare mercati, influenzare investitori, condizionare decisioni industriali e regolatorie. L’infodemia non appare come semplice rumore digitale, ma come un problema operativo. Una campagna coordinata può alterare la percezione degli stakeholder, incrinare la fiducia degli investitori, polarizzare l’opinione pubblica o creare instabilità interna. I settori strategici, dalla cantieristica alla difesa, dai trasporti alle infrastrutture critiche, risultano particolarmente esposti. La reputazione assume così la forma di un’infrastruttura vulnerabile e strategica al tempo stesso.
IA e vulnerabilità
Un passaggio centrale dell’intervento riguarda l’intelligenza artificiale. Le imprese adottano modelli predittivi e sistemi di supporto decisionale sempre più complessi, ma la loro efficacia coincide con l’affidabilità dei dati di partenza. Lo studio citato da Pigozzi mostra come lo “0,001% di dati corrotti basti a deviare un modello”, rivelando un punto cruciale: dataset compromessi generano decisioni compromesse. L’IA amplia opportunità e responsabilità, rendendo essenziale la qualità delle fonti, la tracciabilità dei contenuti e una governance informativa solida.
Resilienza narrativa
Pigozzi invita a considerare la comunicazione non come costruzione d’immagine, ma come governo dell’informazione. Da qui nasce il concetto di resilienza narrativa: la capacità di un’impresa di assorbire e neutralizzare attacchi informativi senza perdere credibilità. In Fincantieri si lavora in questa direzione attraverso un modello che integra brand identity, relazioni istituzionali, strategie ESG, monitoraggio informativo e comunicazione digitale in un unico quadro strategico. L’obiettivo è un presidio continuo delle narrative per evitare vulnerabilità esterne.
Difesa cognitiva
Un’altra riflessione riguarda l’evoluzione delle competenze professionali. Pigozzi propone figure ibride capaci di cogliere segnali deboli, riconoscere manipolazioni coordinate, comprendere gli effetti delle tecnologie emergenti e introdurre contromisure rapide. Li definisce “architetti della difesa cognitiva”: professionisti destinati a diventare indispensabili nelle grandi corporate, non per manipolare l’informazione, ma per garantirne verità, coerenza e significato.
Verità come leva competitiva
Nella nuova era cognitiva, difendere la verità non rappresenta solo una scelta etica, ma un vantaggio competitivo. Un’impresa che assicura trasparenza, verificabilità e coerenza genera fiducia, una valuta sempre più preziosa nell’economia globale. La verità diventa un bene comune da proteggere. Le aziende che la presidiano saranno più preparate ad affrontare crisi reputazionali, attacchi informativi, campagne ostili e manipolazioni algoritmiche. Chi non lo fa rischia non solo la reputazione, ma il proprio futuro.