Autore: Davide Sechi
11/07/2024

La nuova comunicazione ha bisogno di metterci la faccia: i consigli di Lhub Agency

Come parlare in maniera efficace al proprio pubblico di riferimento, attraverso un sito web, un blog, una newsletter o i canali social? Le risposte di Serena Pretti, Head of Content della data driven company parte di Underdogs Group

La nuova comunicazione  ha bisogno di metterci la faccia:  i consigli di Lhub Agency

Serena Pretti

Poter contare su una propria presenza online è importante, se non fondamentale, per la costruzione di un solido personal brand o di una realtà commerciale di successo. Basti pensare che ben il 64% degli spunti per un nuovo acquisto arrivano proprio da fonti online. Essere digitalmente presenti non è però così facile o scontato, i codici comunicativi cambiano repentinamente e non è quindi semplice rimanere al passo con le innovazioni. Come fare dunque per parlare efficacemente al proprio pubblico di riferimento, che sia attraverso sito web, blog, newsletter o canali social? Ce lo racconta Serena Pretti, Head of Content di Lhub, data driven company parte di Underdogs Group (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Come è cambiato nell’ultimo lustro il mondo di comunicare di un brand?

«Le chiavi del cambiamento sono nelle mani della piattaforma che ha trasformato tutto l’ambito della comunicazione, ossia TikTok; un canale che ha aperto nuovi mondi e ci ha fatto capire che non tutto è patinato, perfetto, che il panorama è invece mutato, che serve interagire con l’utente, entrare in contatto con le persone».

Cosa significa oggi comunicare sul fronte digitale e social?

«Occorre dare delle risposte ed è necessario interrogarsi su cosa le aziende vogliano raccontare, su quali valori porre in evidenza, dove risiedano le radici di un progetto, di un’idea, di un business. Non ci si può limitare alla mera proposta di vendita, serve un dialogo, un reale scambio».

Quali sono i punti chiave da affrontare per creare un appropriato storytelling?

«Partiamo dal presupposto che il margine di miglioramento è molto ampio. Nel particolare, abbiamo sempre bisogno di una storia che sappia creare empatia con l’utente. Nel mondo del marketing si è spesso comunicato mettendo in evidenza prima di tutto le politiche di pricing,  le policy di riconsegna, per fare degli esempi concreti; ma ecco arrivare il caso di Martina Strazzer (star modenese di TikTok a CEO di un brand di gioielli, divenuta nota per la brillante comicità concentrata in brevi sketch pubblicati sui personali canali social, ndr), che ci fa capire come sia fondamentale raccontare una storia personale, non solo narrare una vicenda che potrebbe essere interessante, ma un qualcosa che oltre a divertire e  conquistare possa essere presa come spunto anche dal punto di vista motivazionale». 


Non c’è il rischio di omologarsi?

«Tutt’altro: è fondamentale avere una propria personalità che possieda termini specifici. E gli archetipi classici sono sempre validi per descrivere, motivare, pensiamo a quello che accade con le aziende sportive. Il segreto è fa capire chi siamo realmente».

Quali settori comunicano meglio in chiave digitale e social e chi dovrebbe invece progredire?

«Il settore che potrebbe migliorare è quello della pubblica amministrazione, che oggi appare un po’ troppo distaccato dalle esigenze dell’utente finale. Le best practice sono ovunque, pensiamo a Ryan Air, capace di strappare una risata magari anche in una situazione più complessa, o a This Unique, che affronta un tema in maniera differente rispetto allo stile patinato che ha sempre contraddistinto l’ambito».

È possibile fare una mini classifica dei canali social (dove si comunica meglio, dove si può comunicare meglio)?

«Dipende dai settori e dagli obiettivi aziendali. Linkedin è ancora un canale molto ambito in ottica B2B. In chiave più pop, dove la narrazione è diretta all’utente, TikTok e Instagram sono i leader. Non tralascerei mai Facebook che si rivolge a una fascia più ‘anziana’ e offre risultati sempre ottimi. Da notare, piuttosto, una residua resistenza verso TikTok legata a preconcetti ormai vecchi cinque anni. Sia come sia, il coraggio premia, bisogna metterci la faccia e non solo una semplice grafica».