Autore: Redazione
07/09/2020

Justbit vince gara Acea Ato 2, chiude il 2019 a +50% e punta a confermarsi nel 2020

Tra comunicazione e marketing e la grande esperienza tecnologica, passando per information retrieval, web mining, big data e privacy, storia, attualità e obiettivi di una società raccontata da Manuel Cugliari, Head of Research and Development e Partner

Justbit vince gara Acea Ato 2, chiude il 2019 a +50% e punta a confermarsi nel 2020

Manuel Cugliari

E se tutto quello che ci circonda fosse il set di un film fantascientifico? Tranquilli, nessuna ipotesi complottista, solo un incipit semi ironico per descrivere un’attualità sempre più votata alla tecnologia, a una trasformazione digitale certamente suggerita dall’emergenza socio-sanitaria che sta caratterizzando questo 2020. Non deve quindi sorprendere che, all’interno di una simile istantanea, realtà operanti all’interno di segmenti votati alla tecnica e spesso poco illuminati da riflettori appaiono con sempre più frequenza nelle cronache. È il caso di Justbit, azienda sorta una decina di anni fa, con la giusta esperienza nella creazione di sistemi IT intelligenti, la quale si è aggiudicata la gara indetta da Acea Ato 2, ossia la società del Gruppo Acea che si occupa della gestione del servizio idrico a Roma e nell’area metropolitana.

I compiti

Justbit si occuperà di sviluppare un sistema di information retrieval in grado di recuperare i dati anagrafici dei clienti, grazie al machine learning e all’intelligenza artificiale. Acea Ato 2 ogni giorno, nell’ambito delle attività di relazione con i clienti, gestisce un rilevante numero di anagrafiche, con dati che necessitano di continui aggiornamenti. Per questo, l’azienda ha scelto di puntare su soluzioni di data enrichment e customer intelligence in grado di proporre algoritmi di RPA (robotic process automation) o web scraping per reperire in rete le informazioni pubbliche e i dati mancanti dei clienti. Il tutto nel pieno rispetto del GDPR e di ogni altra normativa adottato dall’Autorità Garante per la protezione dei Dati Personali. Justbit si occuperà insomma di sviluppare una soluzione personalizzata in grado di automatizzare il corretto completamento di queste informazioni, migliorando la data quality con benefici anche per i clienti. La correttezza e l’aggiornamento dei dati anagrafici, infatti, non solo è un requisito fondamentale ai fini della fatturazione elettronica, ma è anche una condizione necessaria per garantire comunicazioni tempestive ed efficaci.

Information retrieval, web mining, big data e privacy, ce n’è insomma abbastanza per chiedere lumi a uno dei protagonisti dell’avventura Justbit, Manuel Cugliari, Head of Research and Development e Partner.

Cosa significa aver vinto la gara Acea?

«Un progetto ambizioso, di difficile attuazione senza l’aiuto di soluzioni digitali avanzate. La relazione con il cliente non è più solo appannaggio del marketing, ma è sempre più legata alla qualità dei dati che l’azienda possiede, utili a migliorare i propri servizi ad ogni livello della filiera. Grazie al nostro team di data scientist e ingegneri mettiamo a disposizione competenze trasversali che permettono di arricchire e valorizzare al massimo questo patrimonio di informazioni».

La vostra natura tecnologica sta dando molti frutti in questo periodo o avete sofferto qualche difficoltà?

«Un’azienda come la nostra, di chiara estrazione digitale, dagli orientamenti molto specialistici non ha sofferto alcuna contrazione. Tutt’altro, si sono infatti creati inediti versanti di business. È chiaro che a sostenere il nostro percorso sia stata anche questa ultima accelerazione tecnologica che sta caratterizzando necessariamente l’epoca».

In che modo opera Justbit?

«Abbiamo due anime, una legata alla comunicazione e al marketing digitale, l’altra di natura tecnica, anche grazie alle citate origini professionali dei fondatori. Lavoriamo e sigliamo contratti nel campo della customer intelligence, con clienti per i quali siamo fornitori di soluzioni digitali a 360°, o con i quali portiamo avanti tecniche di marketing predittivo. Per fare alcuni esempi siamo attivi con un importante brand del tabacco, mentre per Open Fiber abbiamo sviluppato il nuovo portale, gestiamo i social network e curiamo il CRM e infine per Bosch GmbH, e più precisamente con la casa madre tedesca, abbiamo progettato un sistema di mobilità intelligente».

Qual è la vostra peculiarità, perché venite scelti?

«Perché la nostra AI è proprietaria, ossia custom, siamo noi a progettare e sviluppare gli algoritmi, il cliente non deve passare per terze parti, con tutti i risvolti positivi che possano scaturire per la GDPR. Siamo operativi anche nel campo della SEO tecnica, grazie all'integrazione di sistemi basati su deep learning e analisi del linguaggio naturale con i servizi di Google Search e Semrush, per citarne alcuni, ma le soluzioni sono comunque homemade».

Quali sono i settori in cui avete maggiori riscontri?

«La digital transformation che negli ultimi sette mesi ha avuto un’impennata incredibile. Nel periodo di maggiore chiusura, abbiamo registrato un aumento significativo di richieste in tal senso. E poi elettronica e beni di largo consumo. Aziende, brand e settori per i quali costruiamo sistemi IT chiavi in mano, applicazioni mobile e soluzioni avanzate di data visualization».

E dove invece vi piacerebbe ottenere maggiori risultati?

«Direi nel retail, nel campo della diagnostica e nel settore spaziale, in cui però qualcosa è cambiato sul fronte degli investimenti internazionali anche rispetto a dieci anni fa».

Come avete chiuso il 2019 e che obiettivi vi siete dati per la fine di quest’anno, anche in considerazione del primo semestre?

«Il 2019 è stato un anno positivo, che ha visto crescere il team e il fatturato dell'azienda rispetto all’anno precedente del 50%. L'obiettivo del 2020 è mantenere il trend di crescita attraverso il consolidamento commerciale dei clienti attuali e l'acquisizione di nuovi clienti puntando soprattutto a soluzioni digitali legate all'intelligenza artificiale».