Autore: Redazione
16/10/2023

È un’Italia che va: AI, e-commerce, PMI e piena soddisfazione, il binomio Intergic/indigo.ai

Intelligenza Artificiale e innovazione per tutti, basta organizzarsi ed essere aperti alle novità, come raccontano Marino Casucci e Gianluca Maruzzella, tra sviluppi tecnici, curiosità e, perché no, il potere del made in Italy

È un’Italia che va: AI, e-commerce, PMI e piena soddisfazione,  il binomio Intergic/indigo.ai

Marino Casucci, founder di Intergic e Gianluca Maruzzella, co-founder e CEO di indigo.ai

Bando ai timori, alle voci che si rincorrono, a ipotesi infauste, a fantasie di carattere sci-fi: c’è una sola certezza, siamo in mano all’AI. Che detta così porta a un’inflazione subitanea di emoticon dalla bocca aperta e dallo sguardo sorpreso. Ma, come anticipato, le preoccupazioni sono legate sempre e solo ai nostri comportamenti, gli stessi che potrebbero beneficiare del sostegno della famigerata Intelligenza Artificiale e di tutte le sue varianti, diramazioni, denominazioni. Oggi è la volta del trinomio AI, e-commerce, customer experience, tra opportunità, funzionalità e problematiche sulle quali si basa la nuova partnership, fresca di sigla, tra Intergic, digital solution provider che offre soluzioni tecnologiche innovative per l’e-commerce e il digital marketing, la quale potenzia l’offerta dedicata all’intelligenza artificiale con l’ingresso a portfolio di indigo.ai, la startup che aiuta le aziende a evolvere la propria customer experience grazie all’AI conversazionale. Non vi è alcun dubbio, a leggere le cronache, che, oggi come oggi, la generative AI stia registrando una crescita esplosiva, con il 40% delle aziende che prevede di investire di più in soluzioni basate sull’innovazione. DailyNet, come suo solito, indaga e chiede lumi ai diretti protagonisti: Marino Casucci, founder di Intergic e Gianluca Maruzzella, co-founder e CEO di indigo.ai (entrambi protagonisti anche di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Con quali propositi sono nate Intergic e indigo.ai e a chi si rivolgono?

Marino Casucci: «Intergic è stata fondata 20 anni fa, sulla scia del nostro interesse nei riguardi del mondo dell’innovazione tech, ma anche e soprattutto per dare una mano alle aziende nei processi di vendita e nel business development. Siamo costantemente raggiunti da realtà differenti e, meglio specificarlo, mai concorrenti. Riguardo il prossimo futuro notiamo una richiesta sempre più ricca di soluzioni, di realtà che cercano un appoggio concreto, ed è da questo presupposto che nasce il rapporto con indigo.ai. Operiamo in un panorama, quello italiano che storicamente non si è mai particolarmente distinto nel campo dello sviluppo, che non ha avuto accesso a investimenti importanti, come per esempio è capitato alla Silicon Valley o  alle università tedesche. Le società che ci chiamano sono verticali e innovative, con progetti stabili e promettenti, abbastanza piccole, che magari non hanno tutte queste possibilità di investire sulla vendita, la stessa che regala conferme, che dà spinta a un progetto, che hanno bisogno di soluzioni digitali dedicate al commercio elettronico, alla vendita, alla presentazione e all’assistenza. Ci muoviamo nei settori del fintech, dei tool di marketing e comunicazione. Sono settori molto frastagliati, ma nel nostro DNA c’è l’amore per soluzione uniche, le meno ‘distratte’, focalizzate rispetto alle dimensioni orizzontali».

Gianluca Maruzzella: «Stiamo parlando di un segmento, quello dell’AI, che sta esplodendo, di una customer experience che si sta evolvendo, guidata, spinta dai continui progressi dell’innovazione. E, come già detto, siamo nati in Italia, non nella Silicon Valley, quindi le tematiche sono ancora più sfidanti e di non immediata comprensione, ecco perché possiamo aiutare anche i non tecnici a creare modelli di AI».

Tra mille chiacchiere che si odono in giro, è possibile sintetizzare i pro e i contro legati all’utilizzo dell’AI?

«L’intelligenza Artificiale può facilitare, quando non creare, relazioni di successo che siano empatiche e contestuali; in passato ti toccava attendere, tra siti e call center, e tanta frustrazione. Sui limiti… L’AI non conosce bene la tua azienda; funziona per le domande generaliste, ma non riesce ad accedere a dati profondi e i risultati possono risultare allucinatori, concettualmente sbagliati, magari con relativi costi non proprio popolari. Cosa facciamo noi in questo contesto? Permettiamo di controllare l’esperienza, ne sfruttiamo la potenza, creiamo un dialogo che molti ancora non riescono a gestire».

A proposito di budget: non tutti possono permettersi l’innovazione…

«Prima dell’avvento di ChatGPT si lavorava con aziende grandi, con budget ricchi. Oggi è diverso: l’AI ha spalancato nuovi mondi in cui possono vivere e operare startup e PMI. Siamo per la democratizzazione, l’Intelligenza Artificiale è per tutti, magari con modelli di business che non abbiano bisogno di costi di set up, con licenze accessibili a chiunque».

Abbiamo accennato alle differenze tra i Paesi: come sta l’Italia al giorno d’oggi sul tema AI e dintorni?

«Il nostro è un Paese ricco di realtà ambiziose, che vogliono fare un salto oltre i confini. Certo, siamo molto indietro, scontiamo un gap, ma con l’ausilio dell’AI potremo fare step un po’ più veloci. Il mondo non è più USA centrico, ci sono anche altre realtà da tener d’occhio, da ascoltare. L’Europa è all’avanguardia in fatto di diritti e di privacy e questo è assolutamente fondamentale per proseguire nel percorso evolutivo e innovativo. A proposito: non dobbiamo tralasciare politica, occorre fare attenzione che le decisioni in tal senso non blocchino l’espansione, che non interrompano i processi, come recentemente accaduto con la questione ChatGPT».

Quali sono i focus che l’AI deve mettere in evidenza nella customer experience? 

«Riguardano la personalizzazione, in real time, l’interazione, ovviamente meno analogica, il tutto per aumentare la competitività».

Cosa vi attende nel prossimo futuro?

Marino Casucci: «Siamo all’inizio. Il nostro prodotto si muove all’interno di una dialettica commerciale. Vogliamo scovare i potenziali clienti, renderli curiosi rispetto alle soluzioni, e comprendere se ci sia un budget adeguato per poi passare al punto successivo. Siamo specializzati nella parte commerciale, visti i successi avuti anche all’estero e siamo contenti di farlo con un’azienda italiana. Vogliamo partire all’attacco».

Gianluca Maruzzella: «Siamo consci e felici che il digital sia entrato ovunque, in tutti i canali, e la gente se lo aspetta. Stiamo assistendo a un passaggio vero e proprio verso la tanto sbandierata omnicanalità. Senza contare che siamo parte del made in Italy, un qualcosa che fa la differenza».