Autore: Redazione
27/10/2020

Il Fashion& Luxury in chiave italo-cinese ha un nome: Hylink

Incontriamo Yuan Zou, Head of Fashion & Luxury Europe dell’agenzia da poco sbarcata a Milano: tra tradizione, innovazione, attrattiva dei settori, l’attualità e la digitalizzazione evidenziano il nuovo ruolo di un’agenzia

Il Fashion& Luxury in chiave italo-cinese ha un nome: Hylink

Yuan Zou, Head of Fashion & Luxury Europe di Hylink

Fascinazioni: noi e lo sguardo rivolto a Grandi Muraglie, a discipline, a un trasporto spirituale in chiave zen, a una storia da scoprire e raccontare, un Milione di volte, come novelli Marco Polo. Dall’altro lato, l’attrazione per un occidente ritenuto più fluido, leggero, quasi ballerino, più saporito nei suoi colori culturali. Lontananze che accrescono sogni, pensieri e anche obiettivi. Quante volte ci siamo sorpresi nell’imbatterci in sguardi orientali nelle vie più “in” delle nostre città? Chissà quanti chilometri si saranno fatti per giungere a noi!? E se volessimo rendere loro ia vita più facile? Un brand europeo che avesse intenzione di sfondare la Muraglia di cui sopra, come potrebbe fare? C’è bisogno di un consiglio, di un’intermediazione, di strategie create ad hoc da chi se ne intende. C’è bisogno di Hylink, struttura appena sbarcata a Milano, agenzia multiservizi per i marchi europei che desiderano entrare nel mercato cinese. Abbiamo incontrato Yuan Zou, Head of Fashion & Luxury Europe del gruppo, ecco cosa ci ha detto.

yuan_zou_1

In cosa consiste l’offerta di Hylink, quali sono i servizi proposti ai clienti?

«Hylink è la prima agenzia di comunicazione digitale cinese. Proponiamo una serie di soluzioni digitali integrate, che spaziano dalla consulenza strategica per l'ingresso nel mercato, a quella media, di pianificazione e acquisto di adv, alla promozione e allo sviluppo di applicazioni sui social media. Possiamo dire di essere un’agenzia multiservizi per i marchi europei che desiderano entrare nel mercato cinese».

In quale modo, secondo Hylink, dovrebbe muoversi un brand fashion e luxury in una attività di comunicazione digitale?

«Naturalmente, viviamo in un mondo digitale, tutto viene digitalizzato dal modo in cui le persone ricevono le informazioni per conoscere un marchio al processo di valutazione del marchio fino all'acquisto. È una tendenza inarrestabile e irreversibile. E questo anche prima che arrivasse il COVID-19. Le pandemie globali portano la rivoluzione digitale ancora più vicino alla realtà. Quando le persone sono confinate in casa, ricorrono ai mezzi digitali per interagire e alla fine acquistano anche beni di lusso e moda, quindi per questi marchi il mercato digitale è una questione di sopravvivenza. Non c'è molta scelta».

Il mercato italiano è il più appropriato per la comunicazione legata ai settori della moda e del lusso? In cosa differisce dal resto del continente europeo?

«L'Italia è la patria dei più attrattivi marchi di moda e lusso dal design elegante, con un artigianato che fa invidia al mondo. I consumatori cinesi hanno sempre avuto una predilezione per i marchi italiani. Il Made in Italy significa per loro tutto quello che ho appena detto e anche di più. Rispetto ad altre capitali della moda in Europa come Parigi o Londra, dove dominano i grandi gruppi, il mercato italiano è caratterizzato principalmente da imprese familiari di medie dimensioni, che hanno una lunga tradizione ma non necessariamente i mezzi finanziari né la forza di marketing per entrare in un mercato diverso».

È possibile conoscere già il numero e il nome dei primi clienti?

«È ancora prematuro perché abbiamo appena aperto la sede italiana e siamo al lavoro per comporre il team italiano. Vogliamo lavorare in collaborazione con molte delle organizzazioni più prestigiose del paese per avvicinarci ai nostri potenziali clienti. Siamo già in contatto con alcuni marchi di cosmetici e saremo operativi a breve».

Si parla anche di food, in che modo il segmento si accorda con fashion e luxury?

«Proprio come la moda e i beni di lusso, anche i cibi made in Italy hanno un posto speciale nel cuore dei consumatori cinesi, che adorano spaghetti e pizza. Tra tutti, il cibo italiano è anche quello a cui i cinesi si sono adattati più velocemente. Soprattutto, considerate tutte quelle specialità regionali come l'olio d'oliva o la mozzarella di buffala. Cibo e lusso possono essere promossi e venduti allo stesso modo, utilizzando i canali digitali appropriati».

Gli obiettivi a breve e a lungo periodo: che risultati volete raggiungere in termini di operatività, clienti e fatturato?

«L'obiettivo a breve termine è ovviamente quello di acquisire rapidamente clienti di prima qualità per aiutarli nella loro strategia di ingresso e sviluppo nel mercato cinese, attraverso lo sviluppo di competenze di alto livello nelle aree di strategia, creatività, operazioni e gestione dei progetti qui in Europa in stretto coordinamento con i team in Cina. Ci proponiamo di diventare entro un anno l’agenzia leader nella comunicazione digitale, specializzata nel mercato cinese qui in Italia».

Uno sguardo di scenario: come e cosa cambia, in termini concettuali, tecnici e operativi nei vostri settori nell’anno dell’emergenza sanitaria?

«Ogni settore di attività è stato colpito dalla pandemia globale. Anche il nostro sta attraversando cambiamenti fondamentali. Molti elementi del modello di business dell'agenzia tradizionale sono stati messi in discussione. La digitalizzazione non lascia altra scelta che reinventarsi, anche nel nostro settore, concentrandosi sugli elementi di valore aggiunto reale. Tutti i professionisti in questo settore, in particolare i leader, oggi sono costretti a ripensare la loro strategia, cambiare l'organizzazione e concentrarsi sul miglioramento delle proprie capacità tecniche per sopravvivere. L'agenzia non dovrebbe più essere solo un intermediario ma dovrebbe avere le capacità interne per fornire strumenti per aiutare il cliente a comprendere, pianificare e monitorare le campagne di comunicazione e dare il massimo supporto al cliente nell'area della strategia e del posizionamento concentrandosi sulla fornitura dei migliori KPI della campagna ai clienti».