Autore: Redazione
21/04/2016

“Innuendo, la SociEtà eccitata” è il titolo dell’assemblea Upa

Impreziosito da un disegno di Luigi Ontani, l’invito per l’assise dell’organismo di cui è presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi cita i Queen e il filosofo tedesco Christoph Turcke, introducendo una riflessione anche sul ruolo giocato dalla pubblicità e dallo storytelling “fluido” proposto dai media

“Innuendo, la SociEtà eccitata” è il titolo dell’assemblea Upa

Dopo l’omaggio a Italo calvino in occasione dell’assemblea del 2015, per quella di quest’anno, che si terrà il 29 giugno, come sempre al teatro Strehler di Milano, il presidente di Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, spinge la sua prospettiva osservatrice e visionaria in un territorio altrettanto sofisticato, dove l’analisi della realtà, della situazione economica e sociale, entra in un’area concettuale e filosofica che ne sollecita un’interpretazione e una disanima che vada oltre le contingenze, richiamando anche la centralità della responsabilità della comunicazione, quella pubblicitaria compresa. Raffinatissimo e denso di richiami è quindi il titolo dell’assise che verrà poi riempita di una serie di contributi e di altre sorprese coinvolgenti e intriganti come quelle che ci sono già state svelate nelle scorse edizioni. Titolo che recita, come da invito diramato ieri, “Innuendo, la SociEtà eccitata”, impreziosito da un disegno di Luigi Ontani, cui si deve anche il carattere grafico del titolo stesso e la particolarità di quella E maiuscola della parola “società”, che lega ancora di più l’”età”, che ne fa parte, al successivo aggettivo “eccitata”. Sorpresa, eccitazione, allusione, insinuazione, sono gli ambiti vitali e anche “erotici” nei quali Sassoli sta preparandosi a portare gli ospiti che lo ascolteranno, verso confini che vadano addirittura oltre quelli dello storytelling, creando suggestioni narrative che creino nuovi paradigmi fabulatori e incantatori restando, però, anche saldamente ancorati alla coscienza e talvolta, purtroppo, alla “cognizione del dolore” di quello che ci succede intorno. Insomma, viene posta la domanda sulla funzione della comunicazione (anche quella pubblicitaria) in un contesto relazionale nel quale la pervasività dei media e la globalità di stimoli visivi e messaggi rischia di rendere la “società” in tutte le sue “età” appunto “eccitata” e perciò non sempre in grado di riconoscere il diverso peso e la gravità di quello che ci succede intorno. “Innuendo” è il titolo di una delle più note canzoni e di uno dei più noti album dei Queen ed è un inno alla libertà registrato nel 1991, l’ultimo con Freddie Mercury ancora vivo. Il relativo video, lungo 6 minuti e mezzo come il brano, è di un’attualità sconcertante, con immagini di guerra (quella del Golfo, ma poco importa), eserciti in parata, incidenti aerei e musulmani in preghiera mescolate ad altre puramente oniriche e artistiche. “La società eccitata” è il titolo del saggio di  Christoph Turcke (mentre il sottotitolo è: “Filosofia della sensazione”), intesa come estrema propaggine della “società dello spettacolo” di cui parlavano Guy Debord e i situazionisti, che ha trasformato il sensazionale in regime di vita, oltre che in industria. “La sovraesposizione agli stimoli - producendo assuefazione a ciò che impressiona, magnetizza e sconvolge - ha inciso profondamente sull’assetto antropologico, e la lingua ha registrato lo smottamento sociale - sostiene il filosofo tedesco nel suo testo del 2012 -: la sensazione, da fenomeno percettivo, si è intensificata, ed è ormai sinonimo di shock, emozione al limite del tollerabile”. La sua tesi è che il capitalismo è un’organizzazione sociale incardinata su due elementi tra loro contradditori. Da una parte, usa l’industria culturale e l’intrattenimento per costruire un consenso passivo allo status quo; contemporaneamente, deve garantire la propria riproduzione allargata attraverso la produzione di continui shock emotivi che “naturalizzano” il sistema stesso. Di fronte allo spaesamento e all’insicurezza che ne derivano, infatti, si reagisce attraverso un’”eccitazione” fisica in cui le immagini trionfano sulla parola scritta. La riflessione cui ci stimolerà Sassoli è quindi quella del ruolo che svolgono le “istituzioni” culturali e, in particolare, la comunicazione pubblicitaria.