Autore: Redazione
10/11/2023

IAB Forum 2023: conoscere per essere consapevoli di un futuro che saremo noi a guidare

Il General Manager di IAB Italia Sergio Amati racconta i punti focali dell’edizione di quest’anno, tra i cambiamenti repentini e i timori di una realtà ormi completamente immersa nell’innovazione digitale

IAB Forum 2023: conoscere per essere consapevoli di un futuro che saremo noi a guidare

Sergio Amati, General Manager di IAB Italy

Innovazione digitale punto e a capo. Tra innumerevoli discussioni, titoli a effetto, cambiamenti che si susseguono giornalmente, arriva in soccorso IAB Forum, con la sua due giorni terminata ieri. Abbiamo incontrato il general Manager Sergio Amati (protagonista di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Quali sono i focus dell’edizione 2023?

«Partiamo dal titolo “a ombrello” che rappresenta anche un messaggio: ci troviamo nel bel mezzo di rivoluzioni vere e proprie, di una velocità di cambiamento che ci supera costantemente; a testimoniarlo quello che accadeva lo scorso anno quando parlammo di intelligenza artificiale e una settimana dopo fece la sua comparsa ChatGPT che cambiò la lettura del fenomeno e il nostro approccio. Occorre quindi conoscere le basi per capire meglio i risvolti innovativi di un mondo di cui la GenZ rappresenta il fulcro; al tempo stesso, i giovani devono essere consapevoli per poter dominare le novità. Non dimentichiamo poi il ruolo delle grandi imprese e il loro costante aggiornamento sul tema innovazione».

Il pubblico come ha risposto?

«Rispetto ai numeri fatti registrare lo scorso anno abbiamo avuto migliaia di adesioni in più. È indubbio che ci sia un grande interesse attorno a un’industry che vale quasi cinque miliardi, più della metà degli investimenti in pubblicità vista nella sua totalità».

Ha citato il ruolo delle imprese: a che punto sono le PMI e la cultura digitale in generale?

«Tutto ciò che ruota intorno all’innovazione è diventato una necessità, quindi parlare di digitale è anacronistico, tutto è immerso nelle infrastrutture digitali, nessuno può chiamarsi fuori. Certo, la cultura e la formazione appaiono ancora più importanti; sul tema abbiamo annunciato un accordo importante con il Sole 24 Ore».

Un mondo che cambia: META ha annunciato i suoi servizi in abbonamento, cosa ne pensa?

«Parto dal presupposto che i contenuti di valore debbano essere valorizzati, è una questione fondamentale. Il successo di Netflix con i suoi piani adv è un esempio. Il servizio costa e farlo pagare non è totalmente sbagliato. Nel caso di META c’è il tema della raccolta dei dati e quindi se lo pago devo essere a conoscenza di cosa facciano con i miei, ci vuole una tutela maggiore».

Avete percepito qualche nuova tendenza?

«Nel mondo dell’adv digitale sono convinto che invece di parlare di previsioni occorra focalizzarsi sul pres presente, sul tema dell’AI e sulla preparazione che devono avere le aziende. La grande novità è la necessità di trovare un equilibrio tra sviluppo e regole, e in questo in Europa siamo messi bene».

Come far fronte all’impostazione mediatico catastrofista?

«È un fatto culturale, una visione semplicistica, un po’ terroristica, solo la conoscenza può portare alla consapevolezza che si tratti di macchine che non ci dominano ma che sono guidate da noi. Anche chiamarla intelligenza artificiale è un qualche modo sbagliato, perché avvalora la tesi sbagliata di un futuro che vedrà, per esempio, un mondo del lavoro mutare in peggio. Non è così. Siamo e saremo noi a guidare i fili del discorso».