Autore: Redazione
28/07/2023

La guerra tra Gruppo 24 Ore e Business School 24 per i marchi diventa anche mediatica: in gioco, il business da 20 miliardi della formazione

La battaglia tra i due player esce dalle aule giudiziarie e vede coinvolta Confindustria, che controlla l’editore del Sole ma è presente anche in Nextalia che, a sua volta, ha una partecipazione in Digit’Ed

La guerra tra Gruppo 24 Ore e Business School 24 per i marchi diventa anche mediatica: in gioco, il business da 20 miliardi della formazione

Con un’inversione di modalità rispetto a quanto succede di solito, la battaglia tra Sole 24 Ore Formazione e Business School 24 per la gestione del marchio che quest’ultima ha chiesto alla prima di cambiare per non ingenerare, secondo la sua opinione, confusione nel mercato, visto che opera con il brand di 24ORE Business School, si sposta dalle aule giudiziarie -dove è già partita - ai canali mediatici, con comunicati e articoli che prendono le parti ora di uno ora dell’altro dei player in gioco. Come ben ricostruito da La Verità, innanzitutto, in ballo c’è “un business in costante crescita in Italia, ovvero quello legato alla formazione professionale e alle cosiddette business sehool. Lo scorso anno il Politecnico di Milano ha stimato che il mercato della Ed Tech, la Education Technology, vale quasi 20 miliardi di euro l’anno. È in crescita costante dal 2017, con un’accelerazione durante la pandemia, dovuta a un sempre più costante utilizzo delle connessioni da remoto. Società e fondi di private equity si contendono cosi un mercato che può garantire margini molto alti”. Nel 2021, ricostruisce sempre il quotidiano, l’operazione più importante è stata l’acquisizione per un miliardo dì euro dell’Università telematica Pegaso (di Danilo Iervolino, divenuto poi proprietario della Salernitana, di BFC Media e dell’Espresso) da parte di Multiversity, controllata dal fondo Cvc Capital Partners (che l’anno scorso anno ha finanziato anche l’acquisizione dell’Università Telematica San Raffaele di Roma). L’obiettivo sembra quello di creare un polo di spessore per poi quotarlo in Borsa. 

Contrapposizioni

Nel 2017, il Sole 24 ORE vende al fondo britannico Palamon Capital Partners le quote della Business Sehool 24, acquisita in modo definitivo pochi giorni fa da Digit’Ed, il polo tutto italiano dell’education executive di Nextalia sgr, guidato da Francesco Canzonieri, ex banker di Mediobanca, e partecipato da Intesa Sanpaolo, UnipolSai Assicurazioni, Coldiretti e Micheli Associati e, dall’aprile 2022, anche dalla stessa Confindustria, che controlla il Gruppo 24 ORE. Nel 2022, Il Sole decide di ritornare a occuparsi del mercato delle scuole di formazione, scaduto il termine di non concorrenza. Lo ha fatto anche nella convinzione - certezza che sarebbe potuta tornare a utilizzare liberamente il brand. Così, il 29 settembre, avendo ripristinato il marchio Sole 24 Ore Formazione, viene approvata una partnership proprio con Multiversity, che detiene l’85% del nuovo player. Confindustria quindi è di fatto per ora coinvolta su entrambi i fronti e si ha l’impressione che le polemiche interne su questo tema portino poi allo “schieramento” di alcuni giornali (per esempio Il Messaggero della Caltagirone Editore) contrapponendo il carattere nazionale di uno dei due player interessati, ovvero Nextalia - che si posiziona come “società di gestione del risparmio costituita con l’obiettivo di investire nelle eccellenze italiane per accelerarne il percorso di crescita sostenibile e come la piattaforma di riferimento in Italia dedicata agli investimenti nei private markets - all’altro, il fondo inglese CVC Capital Partners.

Chiarimenti

Intanto, la guerra mediatica prosegue e, ieri, Il Sole 24 Ore, con riferimento alla comunicazione diffusa il giorno prima da Business School 24 S.p.A. sul proprio sito a valle del completamento dell’operazione di acquisizione realizzata dal Gruppo Digit’Ed, ha inviato un comunicato in cui sostiene quanto segue: “Senza entrare in dettaglio nella rettifica di una ricostruzione sotto più profili fuorviante e tendenziosa, la Società non può omettere di contestare talune affermazioni del tutto prive di fondamento. Il riferimento è in particolare alla sezione della comunicazione volta a “chiarire” una situazione descritta come di “confusione” con riguardo al reingresso del Gruppo 24 Ore nel settore della formazione tramite la società Sole 24 Ore Formazione in partnership con il Gruppo Multiversity, in cui si scrive tra l’altro quanto segue: “Siamo consapevoli del fatto che la presenza dell’espressione “24 Ore” nel marchio della nuova scuola […] crei confusione sul mercato. Per tale ragione, avremmo ritenuto opportuno che questa nuova società avesse adottato un brand non confondibile con quelli di nostra proprietà e che non vi fossero richiami alla storia della 24ORE Business School che è stata ceduta anni fa. Per questo motivo, nostro malgrado, abbiamo dovuto avviare un procedimento legale presso il Tribunale di Milano al fine di far cessare questi rischi di confusione”. Al riguardo, dal canto nostro chiariamo che il reingresso del Gruppo 24 Ore nel settore della formazione era previsto dagli accordi stipulati nel contesto della cessione di Business School 24 S.p.A. in favore del Gruppo Palamon ed è avvenuto nel pieno rispetto delle condizioni ivi convenute, anche e specificamente per quanto riguarda il marchio adottato, ossia Sole 24 Ore Formazione. Tale marchio, alla luce delle pattuizioni intercorse e della riconosciuta valenza distintiva di ogni segno che contenga la locuzione “Sole 24 Ore”, non può quindi ingenerare alcuna confusione all’interno del mercato di riferimento, come la Società ha chiesto al Tribunale di Milano di accertare nel giudizio menzionato da Business School 24 S.p.A”.