Gility svela i “misteri” della trasformazione e della formazione digitale
Il focus dell’education technology company è portare nelle imprese anche tematiche attuali che purtroppo in molte PMI non sono ancora presenti o trattate, tra sostenibilità, inclusion, diversity e AI per l’upskilling delle competenze, tra le altre. Ci facciano raccontare tutto dal CEO dell’azienda Simone Maggi
Simone Maggi
Con la trasformazione digitale che corre in modo sfrenato, nell’ultimo triennio sono venuti i cosiddetti nodi al pettine all’interno dell’industry italiana, popolata da una moltitudine di PMI trovatesi improvvisamente impreparate sul fronte dell’innovazione. Ad accorrere in soccorso arriva Gility, education technology company (https://www.gility.it/), nata su iniziativa di CDP Venture Capital Sgr e BPER Banca, con l’obiettivo di innovare, diffondere e amplificare la formazione continua nelle PMI italiane per la crescita delle competenze digitali. Una piccola sintesi: attraverso una piattaforma proprietaria, concepita per coprire ogni bisogno di formazione obbligatoria e finanziata, la società aiuta le imprese a liberarsi dal peso della burocrazia e dalle difficoltà di organizzare in autonomia un piano formativo in azienda. Il focus è portare nelle imprese, attraverso la formazione, anche tematiche attuali che purtroppo in molte PMI non sono ancora presenti o trattate (sostenibilità, inclusion, diversity, AI per l’upskilling delle competenze, ecc). Ci facciano raccontare tutto dal CEO dell’azienda Simone Maggi (protagonista di DailyOnAir - The Soiund Of Adv).
Quando nasce e con quali obiettivi Gility?
«Gility nasce nel 2022 nell’ambito dell’attività del Fondo Boost Innovation che è quello di co-creazione di aziende unendo gli sforzi a grandi corporate. Nello specifico nasciamo dalla joint venture tra CDP Venture Capital e Banca Bper, che hanno dotato la società in prospettiva di un capitale di oltre 12 milioni di euro. L’obiettivo di Gility è di portare la cultura della formazione nelle PMI (che rappresentano il 41% del PIL nazionale), un segmento che ancora stenta a coglierne i vantaggi. Risolvere questa mancanza significa sostenere una maggior crescita diffusa delle competenze che è un tema essenziale per rispondere ai cambiamenti del mercato e accrescere le competenze interne all’azienda. Dobbiamo ricordarci che l’Italia ha un tessuto economico basato per il 99% su micro e piccole e medie imprese; quindi, investire sul capitale umano rafforzerà nel tempo non solo la competitività delle PMI, ma di tutto il Paese».
A chi è indirizzato e come si accede e in cosa consiste la sua offerta?
«La piattaforma è stata sviluppata per essere l’unico punto di riferimento dove identificare, selezionare e fruire di tutte le opportunità della formazione per piccole e medie imprese, per stimolare le competenze dei dipendenti su quattro aree: soft skill, hard skill, competenze digitali e tecnologiche. Al suo interno la piattaforma aggrega contenuti realizzati dai più autorevoli e specializzati enti formativi e corsi svolti da docenti che abbiamo attentamente selezionato. I corsi vengono erogati in tre modalità: live quindi con docente, on demand o con percorsi blended che uniscono la praticità della formazione in e-learning con l’interazione che si ha avendo a disposizione un docente. Tutto questo sempre a seconda dei bisogni e degli obiettivi delle aziende. Inoltre su Gility le aziende possono erogare la formazione obbligatoria e, cosa molto importante, cogliere le opportunità di finanziare la formazione con il supporto dei nostri consulenti interni specializzati. Collaboriamo con 21 fondi interprofessionali, selezionando i migliori incentivi per permettere a chi utilizza la piattaforma di accedere ai vantaggi della formazione finanziata grazie a un team consulenziale di altissimo profilo».
Quali settori fino a ora sono più presenti e interessati?
«Al momento abbiamo una clientela abbastanza eterogenea. La soluzione che offriamo incontra l’interesse di diversi settori e per questo abbiamo sviluppato dei cataloghi verticali e inserito dei corsi specifici per i settori quali la Pubblica Amministrazione, la manifattura , Horeca, Life science, assicurazioni e finanza e la logistica. Più che settori parlerei di aziende più interessate, che sono quelle con un’impronta più digitale e innovativa e già abituate ad investire nella formazione. I corsi Excel, per esempio, rappresentano un evergreen utile in tutte le aziende, ma dalla survey che abbiamo recentemente sottoposto ad aziende in diversi settori emerge come hard skills, competenze digitali e soft skills siano, in questo ordine, le tre aree in cui le aziende fanno più formazione».
PMI e formazione: in quali segmenti noi italiani siamo più in difetto?
«Abbiamo riscontrato che il manifatturiero è il settore che incontra più difficoltà a fare formazione. Per questo abbiamo realizzato un whitepaper per aiutare le aziende manifatturiere ad inquadrare le sfide della formazione del capitale umano e quindi ad indirizzare gli sforzi economici ed organizzativi. Ad esempio, nel whitepapaer si trova una “dieta formativa”, un elenco di skills a cui le aziende manifatturiere dovrebbero dare maggiore attenzione e che sono oggi sempre più necessarie per affrontare il passaggio verso l’Industria 5.0., quali: additive manufacturing, design skills, project management o comunicazione efficace, per citarne alcune».
Tra AI, inclusività, sostenibilità quali sono i temi che sembrano trovare più consenso?
«Sono tre trending topic che stanno trovando sempre più consenso nelle aziende. Sostenibilità e inclusività iniziano a essere sempre più parte degli obiettivi aziendali. L’AI è un tema interessante, ma che suscita più timore, seppur ci sia mai come oggi un grande interesse. Nel nostro catalogo si può trovare il corso completo di intelligenza artificiale per le aziende (live), ma anche corsi come “AI per la stesura dei testi: copywriting e customer care” per portare una tecnologia potente come l’AI in più aree dell’azienda a beneficio e supporto dei dipendenti, dalla comunicazione alle risorse umane fino al customer care. Nel nostro blog inoltre proponiamo approfondimenti e articoli su questo e altre tematiche verticali di grande interesse per le imprese».
Quali saranno i prossimi step dell’azienda?
«Dal punto di vista dell’offerta, siamo costantemente al lavoro per ampliare il nostro catalogo di contenuti, lavorando sia su competenze tecniche sia su quelle trasversali per le diverse figure aziendali. Come startup, siamo partiti subito con l’obiettivo di poter testare sul campo i maggiori bisogni delle imprese e abbiamo portato a bordo i primi 150 clienti. Contestualmente abbiamo fatto rapidamente evolvere la piattaforma che è effettivamente operativa nella sua versione definitiva - per quanto in costante aggiornamento su contenuti e funzionalità - dalla fine del 2023. Oggi le ore di formazione erogate sono oltre 3000. On top, abbiamo messo insieme un management di grande esperienza e abbiamo alle spalle due azionisti che credono tanto in questo mercato da averlo identificato come opportunità su cui dar vita a un progetto. Con le giuste risorse di cui ci siamo dotati, siamo in grado di muoverci in un mercato ad alto potenziale di crescita: un team tech per lo sviluppo di prodotto interno, che manterremo tale perché vogliamo essere veloci anche a dare soluzioni innovative; un team sales e di consulenza che naturalmente cresceranno all’aumento del numero di clienti e delle loro esigenze specifiche. Penso al settore Life Science e Horeca che è molto interessante e ha certamente delle esigenze molto particolari e che, via via che crescerà, richiederà sempre più figure dedicate».