GB22 vince la gara per lo spot di Pupa a Sanremo, ma è polemica per il modello anti-convenzionale di famiglia proposto dalla creatività
Ancor prima della sua messa in onda, scoppia il dibattito sul commercial che mostra la “fuga” di due amiche poco prima del matrimonio di una delle due
Uno sposo trepidante sull’altare, la sposa che si prepara. Poi l’ingresso nella Chiesa gremita di amici e parenti, fuori il diluvio, quand’ecco che poco prima delle promesse un’altra donna irrompe nella chiesa, il trucco disfatto dal temporale o, non è dato saperlo, dalle proprie lacrime. L’’altra’ chiama la sposa con un gesto della mano ed essa subito si volta, afferra quella mano ed insieme scappano verso la libertà. Questo nei 30” dello spot Pupa per Sanremo 2024, realizzato da GB22, sigla di Vicky Gitto, dopo la vittoria di una gara per questo specifico progetto, per la nota casa cosmetica italiana, per Sanremo e che sta generando una grossa polemica proprio alla vigila della sua messa in onda, laddove da molti considerato inopportuno a una visione nazional popolare e per giunta nel programma di massimo ascolto Rai, per via del modello ‘non-convenzionale’ di famiglia che propone. Anzi, addirittura oppone a quello di famiglia tradizionale, dicono alcuni.
Pillon e l’Arcigay
E mentre sul web aumenta, senza estremismi invero, il dibattito, il coperchio lo fa saltare l’ex-senatore leghista Simone Pillon che venerdì si è espresso bollando lo spot come “propaganda LGBTQ che ammorba con queste stupidaggini. Dalla fatina di Cenerentola alle soap, dai social a Hollywood fino alle fiabe Trans a scuola, non esiste più uno spazio risparmiato dalle melensaggini più o meno gaie, tantomeno Sanremo”. “La propaganda - ha dichiarato Pillon ad Affaritaliani - non mira certo a cambiare le abitudini di noi adulti, semmai a normalizzare l’omosessualità per le giovani generazioni, cresciute senza identità sessuale, senza orientamento e incapaci di mettere su famiglia. I numeri non mentono, e la progressione inarrestabile della disforia di genere tra i bambini, curati poi con bloccanti della pubertà o con il coltello del chirurgo è lì a dimostrarcelo”. Secondo Pillon “si tratta di uno spot che andrebbe proiettato in fascia protetta e fuori dalla programmazione di un festival canoro, ma tanto il martellamento arriverebbe da altre fonti. Allora sapete che vi dico? Mettiamo una bella scritta, come sulle sigarette: ‘Questo spot nuoce gravemente all’identità sessuale dei giovani’. E poi la sposa scappi pure con la sua amica, e vadano insieme a farsi benedire”.
I commenti
Natascia Maesi, Presidente nazionale Arcigay, dichiara: “Se Pillon grida allo scandalo di fronte ad uno spot che racconta la fuga di due donne che scelgono di amarsi sfidando le convenzioni sociali e il destino di un matrimonio eterosessuale imposto o non desiderato, è perché crede di vivere ancora nel Medioevo, in un mondo che non c’è più. Che gli piaccia o no le lesbiche esistono e mettono su famiglia. E ciò che nuoce gravemente alla salute dei giovani non è la normalizzazione dell’omosessualità che da loro è già stata sdoganata, ma la mancanza di programmi di educazione all’affettività e al consenso nelle scuole. Sono proprio i giovani a chiederci di essere informati, consapevoli e quindi tutelati dalla violenza che nasce dal pregiudizio. E a loro che dobbiamo dare risposte serie e credibili, invece di riproporre la solita la caccia alle streghe”. «Pensare che uno spot come questo fornisca un messaggio dirompente per la società o fuori contesto credo sia un punto di vista preistorico e completamente alienato dalla realtà. Viviamo in un mondo in cui le convenzioni e i clichè non esistono più. Bisogna aprire gli occhi, comunicare nel mondo reale e ascoltare le nuove generazioni» ha detto Gitto a Dailyonline.
IAA Italy
“Non capisco la ragione che possa stimolare una polemica, tanto meno un’incitazione all’omosessualità – commenta Marianna Ghirlanda, presidente di IAA International Advertising Association –. Mi occupo di comunicazione da 25 anni e posso dire con certezza che questo è uno spot bello, delicato e che comunica un messaggio positivo di libertà. Oltretutto non vedo nemmeno un bacio o un atteggiamento che possa disturbare sensibilità particolari”. Davide Ciliberti di Purple & Noise PR aggiunge: “Sembra che i nostri politici più ‘prezzemolini’ abbiano scoperto il magico mondo della pubblicità, soprattutto quale grande veicolo per farsi loro pubblicità. Cosa che evidentemente funziona visto l’attivismo di alcuni nell’accaparrarsi i riflettori mediatici anche su questo versante. Il che, pur nella polemica, amplifica il messaggio e quindi, scusatemi l’ingarbuglio di parole, l’ultima moda sono dunque i politici che usano la pubblicità per farsi loro pubblicità e cosi fanno pubblicità alla pubblicità”.