Formazione digitale: la strategia di Learnn per ridurre il digital skills divide
I vantaggi apportati dalla conoscenza di un mondo in costante mutamento ed evoluzione, raccontati da Luca Mastella, fondatore della piattaforma che offre corsi per lo sviluppo di competenze digitali
Luca Mastella
Pare, si dice, che acquisire competenze digitali sia considerato più vitale di imparare uno sport o una lingua; questo perché al giorno d’oggi le competenze digitali non sono solo richieste nei lavori ad alta specializzazione, ma in generale in tutto il mercato del lavoro. Ma c’è di più: secondo le ricerche di Gallup e Amazon Web Services i lavoratori che possiedono competenze digitali avanzate o intermedie, guadagnano rispettivamente il 65% e il 40% in più rispetto a coloro che non le utilizzano sul proprio posto di lavoro. Lo stipendio non è però tutto: chi possiede e utilizza determinate competenze digitali, infatti, dichiara anche di avere una maggiore soddisfazione e un’elevata sensazione di sicurezza sul lavoro. È possibile superare il digital skills divide tra chi sfrutta efficacemente queste competenze e chi no? Di fondamentale importanza è l’autoformazione: in questo contesto si inseriscono le piattaforme che offrono corsi per lo sviluppo di competenze digitali, come Learnn (https://learnn.com/), nata nel 2020 proprio con l’obiettivo di ridurre questo gap, rivolgendosi a professionisti che hanno necessità di ampliare le loro conoscenze e rimanere sempre aggiornati su tematiche in continua evoluzione. Approfondiamo il tema direttamente con Luca Mastella, fondatore di Learnn (e ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Quali sono le competenze digitali più cercate oggi e quali sono invece quelle più diffuse?
«Prima di tutte quelle che ci aiutano subito nel nostro lavoro, quelle che ci offrono il cosiddetto tassello mancante. Più nello specifico, tutte le competenze legate ad AI, social media marketing, copyright, e-commerce».
Quanto è evoluta digitalmente l’Italia del lavoro e cosa manca per fare un passo in più?
«Sono stato otto anni fuori dal nostro Paese e una volta tornato ho visto un’Italia che si sforzava nel migliorare, il che è assolutamente una buona cosa. Quello che però deve cambiare è un certo modo di pensare, la necessità di capire che il digitale può e deve aiutare il nostro business, per portare più clienti che prima non ci conoscevano e che ora con il web sono maturati e sanno cosa scegliere».
Le competenze digitali sono richieste ovunque, si dice, ma ci sono settori dove sono imprescindibili e mercati dove a breve lo diventeranno?
«Quasi tutti i settori possono beneficiarne. Ho amici imprenditori che spingono i dipendenti a sviluppare una marcia digitale in più. Di certo c’è che le PMI che sanno usare al meglio i principi del marketing sono più facilitate».
Cosa fa in merito Learnn? Che cosa offre?
«Qualcuno potrebbe dire che facciamo qualcosa di totalmente sbagliato: mentre gli altri vendono singole lezioni, master, il nostro modello è simile a Netflix; sviluppiamo corsi che offriamo all’interno di un abbonamento complessivo a 9,99 euro».
Chi si rivolge a Learnn?
«A professionisti che già lavorano, che hanno maturato una certa consapevolezza, che vogliono aggiungere ulteriori competenze verticali per migliorare il lavoro all’interno del proprio team. Siamo B2C, ci rivolgiamo al professionista finale; ma lo stesso, magari prima ci ha contattato per accedere a un servizio diretto, per poi chiederci di allargarlo alla “sua” azienda; ecco perché, a un certo punto, abbiamo stretto accordi con i gruppi e ora lavoriamo con circa 800 aziende».
Cosa avete raggiunto nel 2023 e quali sono gli obiettivi del 2024?
«Siamo arrivati a 140.000 utenti iscritti, volgiamo continuare, raddoppiare i numeri di corsi, di utenti, di competenze».