Focus on Beauty: segnali di ottimismo
Il settore sta vivendo un momento positivo, contraddistinto dal buon andamento di tutti gli indicatori industriali. Su tutti spiccano la ricerca e innovazione e l’espansione del bio. Ma la comunicazione fa fatica

Dopo la positiva rilevazione congiunturale effettuata nello scorso luglio, l’evoluzione degli indicatori industriali offre uno scenario dinamico in positiva tendenza per il settore del beauty. Purtroppo con un’eccezione: gli investimenti in comunicazione. Nella sintesi delle interviste agli imprenditori realizzate dal Centro Studi e Cultura d’Impresa di Cosmetica Italia - l’associazione che raccoglie gran parte delle imprese di settore impegnate nel nostro Paese - tutti gli indicatori hanno registrato una discreta tenuta. Le aziende, in generale, si muovono dunque in positivo, migliorando il trend rispetto al semestre precedente, che aveva già saputo registrare andamenti ottimistici.
Ricerca e innovazione
In particolare, secondo la ricostruzione del recente Beauty Trend Watch, gli investimenti in ricerca e innovazione sono previsti in aumento dal 60% degli intervistati (erano il 50% nella precedente rilevazione), in tenuta dal 32%, mentre soltanto l’8% segnala un prevedibile calo. Significativo anche il trend del grado di utilizzo degli impianti, l’indicatore che spiega la capacità e la flessibilità di produzione: la conferma di incremento arriva dal 38% degli intervistati, mentre il 60% segnala andamenti costanti e solo il 2% prevede una diminuzione. Altrettanto importanti, per il riflesso sulla crescita economica del settore, appaiono gli investimenti in nuovi impianti, espressione dell’allargamento della capacità produttiva, previsti in aumento dal 36% delle imprese, costanti dal 60% e in diminuzione solo dal 4%. Il quadro generale della cosmetica italiana offre sicuramente prospettive più dinamiche rispetto alla media dell’industria manifatturiera nazionale. Basti pensare che, alla luce delle ultime rilevazioni elaborate dall’Istat, il grado di utilizzo degli impianti medio è prossimo al 77%, mentre nella cosmetica italiana si supera l’80%.
Oggi piace il biologico
Tra gli elementi specifici del BTW, spicca una tendenza significativa: il mercato biologico appare in forte espansione. Secondo le stime Ismea, lo scorso anno, i consumi a livello nazionale, food e non food, sono stati di oltre 2,4 miliardi di euro. Proiettando i dati Ismea è possibile stimare il mercato biologico non alimentare nella Gdo a 296 milioni di euro nel 2015. con quasi sei punti percentuali di allocazione delle vendite nel canale farmacia ed erboristeria. E proprio con diretto riferimento al mercato cosmetico, il biologico segue un trend del tutto analogo al mercato bio generale (alimentare e non), come è dimostrato dall’interesse dei naviganti del web nei confronti dei prodotti cosmetici a connotazione biologica, secondo le analisi di Google Trend. In effetti, nel corso degli anni, tra le parole chiave del comparto cosmetico hanno assunto un ruolo sempre più importante i riferimenti al mondo del naturale, e con essi il biologico. Si pone in evidenza, quindi, sia dal lato offerta che dal lato domanda, un interesse diffuso al naturale, compreso il mondo bio. Emerge, allora, da parte degli operatori del mercato cosmetico un’importanza sempre più marcata da riservare nei prossimi anni al green, dove si impongono elementi decisivi come il naturale, il biologico, appunto, e la sostenibilità. Inoltre, anche l’analisi svolta attraversoi il ricco database di Mintel avvalora il fenomeno. Mentre a livello di prodotti cosmetici si sta assistendo a un ciclico, ma progressivo aumento dei prodotti messi sul mercato con attenzione sempre più alta per alcune categorie: in primis, shampoo, saponi liquidi, deodoranti e fragranze donna.