Autore: Redazione
07/07/2020

Fixool, l’home service a cinque stelle

Le giovani vicende della Data Driven Platform che raccoglie e soddisfa le richieste e le esigenze di clienti e professionisti del settore che in Italia vale 23 miliardi. Ce ne parla il CEO Leonardo Tirassa

Fixool, l’home service a cinque stelle

Leonardo Tirassa

Quando la giornata sembra promettere bene, con il sole alto, il cielo pulito e le prospettive ottime, ecco rompersi il boiler. Smarrimento, incredulità, irritazione, richiamo veloce di tutto il pantheon, nessuna risposta, forse sono tutti in ferie. Meno male che ci sono i motori di ricerca, una delle più grandi invenzioni della storia umana. Ed eccolo arrivare l’idraulico, lui, la sua valigetta degli attrezzi e il suo preventivo. Ma alla fine, con la riparazione riuscita, sempre lui dice di essersi sbagliato, la conferma arriva dalla parcella, anche detta salasso. Che si fa? Si paga, può capitare. Ma poi un tarlo si fa strada durante il pomeriggio, rapisce la sera, prende in ostaggio la notte. Non va bene. Rapido check tra amici e parenti: è tutto vero, è capitato anche a loro, ritrovarsi senza metà stipendio per la rottura di uno stipite, per il sistema elettrico improvvisamente latitante, per il gas che non sbuffa più… Ed è capitato anche a Leonardo Tirassa, CEO di Fixool (https://www.fixool.com/), azienda che sorge sul classico malcontento di cui sopra e che si muove nel mercato dell’home service, un settore che in Italia vale 23 miliardi di euro.

Quando nasce Fixool?

«L’idea spunta nel 2016, dopo una disavventura domestica con conseguenze economicamente molto costose. Un’opportunità di business che si concretizza nel maggio del 2017. Il mercato dell’home service si poggia su due tipi di mal di testa: quello del cliente, impegnato nella ricerca di una figura professionale di cui potersi fidare, e quello del professionista che vuole lavorare e vuole essere pagato. Prima di dare avvio al progetto, abbiamo intervistato circa 200 operatori, chiacchiere dalle quali sono scaturiti aneddoti assurdi, come la signora che propone un pagamento in vino!».

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Leonardo Tirassa

Fixool rappresenta dunque una sorta di ponte tra operatori e clienti?

«In realtà facciamo molto di più: gestiamo tutto, dal pagamento, alle proposte reali di lavoro. Abbiamo un servizio clienti proprietario. Informiamo a 360 gradi e per questo abbiamo lanciato un magazine gratuito (come del resto il portale), https://comefare.fixool.com/ che oggi può contare su 60.000 utenti unici al mese. Fixool è un portale di servizi di installazione, manutenzione, riparazione e assistenza per ambienti indoor (casa, ufficio, negozi e attività commerciali, laboratori, piccole e medie imprese). Siamo l’unico player italiano in grado di gestire end-to-end tutto il processo. Fixool riduce il sommerso; amplifica le opportunità di business per gli artigiani, che demandano alla piattaforma l’intero processo di prenotazione del lavoro, pagamento, fatturazione e rating; fa emergere inedite opportunità di sinergia nel tessuto produttivo locale; favorisce la nascita di micro-distretti produttivi, che dal digitale vivano poi come nuovi tasselli di economia reale».

Il cliente perché dovrebbe fidarsi dei professionisti presenti su Fixool?

«Perché sono tutti certificati. Non stiamo parlando di semplici moduli di accettazione, bensì di un vero e proprio iter di selezione, superato il quale arriva il contratto di affiliazione. Operatori ai quali non manca nulla: partita IVA, listino prezzi, assicurazione».

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Quello dell’home service è un mercato quasi in sotto traccia, che si da per scontato probabilmente, come funzionano le cose all’estero?

«In Italia, il segmento vale 23 miliardi, secondo solo all’alimentare, secondo le ricerche Istat. Analoghe esperienze internazionali, più radicate, sono Zoofy in Olanda, Fantastic Services in UK e Home Advisor in USA; quest’ultima fa parte del gruppo IAK che oggi vale 5 miliardi di dollari. La stessa Amazon ha cominciato a investire nel settore negli Stati Uniti. Fixool ha già creato parecchio interesse e siamo stati avvicinati da alcune multinazionali».

Una sintesi che vi definisca?

«Siamo una Data Driven Platfom che opera nel settore dell’home service, che vuole accelerare la digitalizzazione di questo mercato, generando un sistema di vantaggi per tutti i protagonisti della filiera, con un obiettivo ben preciso: creare un’esperienza a cinque stelle. Ultimamente, a causa della pandemia, è cresciuta l’esigenza di sanificazione degli ambienti. Non ci siamo fatti trovare impreparati, abbiamo stretto un accordo con una realtà del segmento e abbiamo organizzato un servizio appropriato».

Dove vi muovete al momento e cosa offrite?

«Il nostro servizio al momento comprende il Nord Italia, da Milano a Bergamo, da Torino a Bologna, ed è in espansione. Sono 18 le categorie operative disponibili e 400 le tipologie di lavoro offerte».

Sito e magazine sono gratuiti, come vi muovete nel campo della raccolta pubblicitaria?

«lavoriamo con un grande eserto dio SEO e SEM e con lui volgiamo creare un ecosistema pubblicitario legato al nostro settore».

Intanto è andata a buon fine l’attività di crowfunding…

«Abbiamo raccolto 300.000 euro da investitori, anche internazionali, tra i quali lo stesso Zoofy. Ora inizia il secondo round da 200.000 euro. Intendiamo rafforzare la leadership nel mercato dell’home service, estendere la nostra presenza nell’intero Paese e superare i 1.000 interventi entro il 2020, conquistare nei prossimi 7 anni il 10% della componente digitale del mercato italiano dell’Home Service».