Cresce l’interesse per la dimensione olistica del cibo, mentre i discount sono migliori interpreti di questa nuova “saggezza” dei consumi
Presentato il Rapporto Coop 2024 su consumi e stili di vita degli italiani di oggi e domani
Dopo un anno complesso diviso tra andamenti altalenanti dell’inflazione e crisi internazionali, gli italiani vivono il 2024 preparandosi al momento delle scelte. Il 2024 per esempio, è l’anno in cui hanno votato o voteranno i cittadini di 76 Paesi, tra i maggiori del mondo. Dopo conflitti e tensioni internazionali, a generare altra preoccupazione è anche il cambiamento climatico. A livello economico, scampato il pericolo della stagflazione e con un Pil globale che va meglio di quanto previsto (+3,2%), a tirare la volata sono sempre più le economie emergenti (al fianco della Cina, si rafforza l’India) ma con l’Italia che rivela una capacità di resilienza e non è più l’ultima d’Europa anche se in un contesto continentale certo non brillante. +0,9% la previsione Pil Ue a fine 2024 a fronte di una previsione pari a +0,7% del Pil del nostro Paese, mentre il 61% dei manager intervistati dichiara il suo ottimismo su una crescita economica dell’Italia superiore o in linea con la media europea nei prossimi anni.
Un Paese inquieto
La modesta ripresa economica non basta però a tranquillizzare gli italiani. La fotografia scattata dal Rapporto Coop 2024 è quella di un Paese inquieto, dove si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (che scende di 4 punti in due anni) e aumenta il timore (+ 11 punti percentuali 2024 su 2022). Le giovani generazioni, sono più mobilitate dei loro coetanei europei ad attivarsi per cercare di cambiare la società in cui vivono; il 52% rispetto a un 48% della media europea. Una inquietudine di fondo generata anche dal fatto che la maggioranza degli italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44%). Se è vero infatti che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (20 milioni nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese. E anche questa faticosa tenuta non è avvenuta senza sacrifici. Innanzitutto, l’overworking è la leva principale con cui gli italiani provano a difendere il loro tenore di vita; infatti, già nel 2023 per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più).
La vita “al risparmio”
Con il recupero dei redditi anche i consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Non sorprende allora che la parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi sia il risparmio, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (75%) sia che si tratti di riempire l’armadio sia di scegliere un’auto (sempre più spesso usata, 15 milioni gli italiani hanno rinunciato all’acquisto dell’auto nuova nel 2024), e rimane un miraggio la casa di proprietà (-2,1%). Anche i prodotti tecnologici hanno perso attrattività e le vendite a volume scendono di oltre il 6% e lo smartphone con i suoi accessori (-7,4%) insieme alle tv e ai pc registrano cali significativi. Notevole il tema del riparare oggetti piuttosto che sostituirli (il 26%) e il ricorso ai prodotti di seconda mano (24%). Facendo emergere un ripensamento significativo della propria identità. Per l’85% del campione piuttosto che la capacità economica e lo status sociale è proprio la dimensione personale e privata a caratterizzare la percezione di sé stessi.
Vita olistica
Dopo gli anni difficili dell’impennata dei prezzi, nel 2024 l’inflazione si azzera e i volumi del largo consumo tornano dopo quattro anni in positivo (+0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023). Guardando ai soli canali iper, super e libero servizio nel primo semestre 2024 le vendite a volume sono state superiori a quelle del 2019 del 3,9%. Il cibo rimane, l’unico comparto in cui tagliare la spesa è una opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21% aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla. Il biologico è ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderata degli italiani: 24,8 milioni le famiglie già acquirenti (96,6%) e 9,6 milioni ne aumenteranno l’acquisto. Sul versante acquisti, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) e i discount rappresentano questa nuova “saggezza” dei consumi. Nel primo semestre 2024 la Mdd raggiunge a volume il 38,2%% delle vendite totali con un incremento di 2,2% a valore e 2,4% a volume rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una variazione dei prodotti di marca (TOP 20) del -0,5% a valore e -2,2% a volume. Allo stesso modo continua la crescita del discount che raggiunge il 23% con circa 4 punti percentuali rispetto al 2019.