Autore: Redazione
12/07/2019

Contenuti cattura social: i consigli di WebAds e NativeJ

Una colazione di lavoro svela gli ultimi retroscena di un tema molto frequentato, eppure ricco di elementi nascosti o trattati con eccessiva superficialità

Contenuti cattura social: i consigli di WebAds e NativeJ

Manuela Crotti, Founder & CEO di NativeJ

Ormai è un dato di fatto: ogni mattina, di questi tempi, ci si sveglia e si pensa ai nuovi riscontri raggiunti dalle proprie stanze social. Cosa sarà accaduto su Facebook, mentre ero impegnato a sognare la prossima stories su Instagram? Qualcuno avrà giocato d’anticipo, sottraendo ore di sonno, per poi pubblicare la foto dell’anno? Chi avrà capito i risvolti reconditi del mio video? Cosa mi inventerò questo pomeriggio? Insomma, una vera e propria mania, in cui tutti sembrano saperla più lunga degli altri, ma sarà poi vero? Siamo circondati da esperti di social content, siamo sotto minaccia, proprio noi che siamo esperti di social content! Non poteva che essere in orario di primissima mattina, di colazione, un incontro dedicato ai contenuti e ai social, un venire incontro ai dubbi, pochi, alle certezze tante, ai numeri che non mentono e che quindi è meglio non guardare, a quello che c’è dietro la cruda cifra.

Padroni di casa

A fare gli onori casa a curiosi affamati non solo di notizie ci hanno pensato WebAds e NativeJ, piattaforma di influencer marketing e distribuzione di branded content 100% social, che hanno presentato l’evento dal titolo: “È l’anno del Content! Creare e distribuire contenuti di qualità sui social e conquistare (per davvero) l’attenzione degli utenti”. Insomma, neanche tanto velatamente i due protagonisti hanno fatto uso dell’ironia per evidenziare il fatto che di Branded Content si parla da molto tempo, ma ancora non si stanno sfruttando appieno tutte le sue potenzialità.

NativeJ

«NativeJ è stata la prima realtà italiana che ha recepito l’esigenza di qualità ed efficienza espressa dal mercato del social content, lanciando già nel 2017 la sua soluzione di marketplace dedicato non solo ad influencer ‘by-invitation-only’, ma anche ad una selezione di editori premium. Siamo quindi una realtà sostanzialmente differente dalle tradizionali piattaforme di influencer marketing, che coniuga alti standard tecnologici con la valorizzazione delle best practice in ambito di content creation editoriale ed anche giornalistico. Sempre in ottica di user engagement e ottimizzazione su KPI obiettivo», commenta Manuela Crotti, Founder & CEO di NativeJ. Nata nel 2016, NativeJ è una realtà italiana con un forte spirito internazionale che offre agli advertiser un bacino di oltre 60 milioni di utenti al mese - una crescita del 172% di traffico da inizio anno. WebAds è partner di NativeJ da inizio 2019 con l’obiettivo di valorizzare le sue inventory di eccellenza.

Politecnico

Durante la mattinata sono stati presentati i dati dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano che ha realizzato, in collaborazione con BVA-Doxa, una ricerca sull’utente nell’era dei social. A fronte delle peculiarità di fruizione tra Millennials, Gen X e Baby Boomers, una percentuale elevata di persone ha cliccato su un’inserzione pubblicitaria all’interno di un social, e inoltre c’è una forte percezione di invasività di queste inserzioni. 

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Tech Princess e Fraintesa
I veri Influencer

Cosa fare quindi per ingaggiare l’utente? Dopo la case di successo presentata da Publicis Media per il brand Mugler del Gruppo Clarins, la parola è passata direttamente agli influencer, con cui si è parlato di fruizione e contenuti durante la tavola rotonda che ha coinvolto Silvio Petta di Superpapà, che dal 2010 parla di paternità in rete, Fjona Cakalli  di Tech Princess, sito e realtà crossmediale di news e recensioni su tech, videogiochi, auto e innovazione, Francesca Barbieri alias Fraintesa, travel blogger di viaggi e lifestyle con focus su mete insolite e tematiche green, Sabrina Musco di Freaky Friday, life style blogger che racconta di viaggi, moda e vita quotidiana sul web dal 2011.

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Sabrina Musco
Tattiche di cattura

Una delle parole chiave è stata la sincerità che gli influencer devono ai propri follower, in termini di contenuti. Per questo è importante che i Brand individuino l’editore/influencer più affine al proprio mondo valoriale, che trova nel social un amplificatore. La creazione e distribuzione di contenuti, efficientata dalla tecnologia proprietaria di NativeJ e declinata ai diversi tone-of-voice dei differenti publishers ed influencers coinvolti, unita all’insostituibile apporto umano, garantisce non solo alti standard qualitativi per il recruiting di partner editoriali, ma anche l’ottimizzazione dei budget in ottica di efficienza e ROI. A proposito: quale è il vero ROI? Una diatriba che le aziende non riescono a dirimere tra influencer che sembrano essere seguiti da tutto il mondo, e pagano per farlo, e chi invece si coltiva il proprio orticello e alla fine riesce a costruire un vero e proprio club dai risvolti amichevoli, spesso anche fraterni.

Sinossi di ricetta

Si può così tentare una sintesi del perfetto influencer: non essere una vetrina ambulante, piuttosto la persona giusta nel momento e nel campo più appropriato; emozionare, ridurre le distanze, magari facendo leva sulle stories, che però non devono essere troppo pilotate, bensì spontanee; abbracciare una filosofia crossmediale, anche perché i social cambiano repentinamente e c’è il rischio di perdersi. Divertirsi. Anche.