Autore: Redazione
15/04/2024

Competenza, operatività e serenità nel lavoro: l’innovazione digitale secondo MEP

L’agenzia bolognese avvia una nuova fase di sperimentazione con l’ausilio dell’AI nelle diverse aree di produzione: design, copywriting, sviluppo web2 e web3. Le parole di Lorenzo Visci, CEO e founder

Competenza, operatività  e serenità nel lavoro: l’innovazione digitale secondo MEP

Lorenzo Visci

L’AI che sostiene, appoggia, aiuta, crea, migliora lo stato delle cose, a patto di conoscerne i segreti. A Bologna è di sede MEP, agenzia che si propone di accelerare il processo di evoluzione culturale delle imprese affinché il mktg diventi un asset strategico, che ha deciso di aprire alla sperimentazione interna, con una serie di test che consentiranno a ciascun componente del team di individuare lo strumento e la modalità d’uso adatta alla propria area di competenza per migliorare efficacia ed efficienza dell’output. Ne parliamo con Lorenzo Visci, CEO e founder (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Come è cambiata l’attività di MEP con l’arrivo dell’AI e quanto e come la stessa Intelligenza artificiale inciderà su design, copywriting, web2 e web3?

«Siamo sempre stati attenti all’innovazione tecnologica e oggi, più che mai, nei riguardi dell’intelligenza artificiale. Abbiamo deciso di istituzionalizzare le attività di AI generativa per rendere centrali strumenti che permetteranno alle persone di lavorare meglio, in modo da impiegare meno tempo nella progettualità più meccanica così da potersi dedicare alle cosiddette attività a valore aggiunto. Conosciamo già gli effetti che può portare l’AI nel design e nel copywriting, pensiamo solo a ChatGPT che ha portato soluzioni molto più potenti, attraverso le quali possiamo e riusciamo a operare con velocità e qualità superiori rispetto al passato. Sul fronte del web3 siamo nel campo della blokchain e sembrerà paradossale ma entriamo in un territorio in cui è possibile rendere un brand in maniera più ‘umana’, nonostante si parli di macchine; mentre nel web2, l’innovazione ci consente di  ripulire e migliorare i codici, il che porta a lavori migliori ed ecologicamente sostenibili».

In sintesi, quale obiettivi si pone l’agenzia a fronte di questa apertura all’innovazione?

«Fa lavorare meglio le persone e costruire, nel contempo, attività qualitativamente superiori per i clienti. Attenzione però: pensare di sostituire una persona con un algoritmo è semplicistico, come se un pennello o una macchina per scrivere si mettessero a lavorare da soli, piuttosto siamo noi che permettiamo alla macchina di muoversi sulla parte più ostica, il che rende più umano il nostro lavoro e agevola le condizioni di lavoro, fa crescere della qualità dell’output e permette di  avere più tempo per sviluppare le attività a valore aggiunto»

Come deve comportarsi il mondo del marketing rispetto all’innovazione e all’AI e a che punto siamo in Italia?

«L’innovazione nel marketing nazionale, considerata dal nostro osservatorio personale, fotografa delle differenze culturali rispetto ad altri Paesi. Quando si crea una trend, al netto di qualche normale resistenza al cambiamento, si nota un’adozione veloce ma molto modaiola. Che poi, in realtà, parliamo di strumenti che esistono da tempo ma solo da un anno o poco più sono diventati pane quotidiano. Ci sono quelli che vogliono veramente sperimentare, che portano alla luce nuovi prodotti, che aprono a inediti scenari. Oggi come oggi abbiamo bisogno di contenuti alti, anche perché l’attenzione, catturata da una molteplicità di suggestioni, si è abbassata. Culturalmente ci sono titubanze, manca la formazione, uno sguardo maggiormente panoramico. Conoscenza e applicazione fanno tutta la differenza in un mercato super competitivo».

L’AI può aprire le porte a determinati settori con cui MEP potrebbe/vorrebbe lavorare?

«Non più di tanto. Abbiamo ampliato il mercato qualche anno fa con blockchain e NFT, abbiamo cambiato panorama e registrato una crescita del fatturato estero del 45%, ci muoviamo con operatività e logiche differenti rispetto a qualche stagione orsono; tutto questo ci ha permesso di diventare più interessanti nella costruzione dei processi lavorativi, con modalità strategico-operative che ci hanno aperto nuove possibilità di business. A questo punto, l’obiettivo principale sarà sviluppare nuovi mercati, diventare più competitivi dove già siamo presenti, acquisire maggiore competenza, operatività e serenità nel lavoro».

Come è stato il 2023 dell’agenzia e quali saranno i progetti per il 2024?

«Quella trascorsa è stata una stagione di consolidamento, con obiettivi però ambiziosi la costruzione e la crescita di un vero e proprio eco sistema, il quale per funzionare a dovere ha bisogno di basi, di radici ben solide; e quindi, investiremo in tutte le aree per renderle scalabili, con un focus sulle persone, ed è anche per questo che a gennaio abbiamo aperto l’area Cultura, per mettere in discussione i nostri valori, affinché siano sempre rinnovati. Puntiamo a creare un unione con i nostri clienti, a contaminare positivamente il nostro eco sistema di imprese, ad aumentare la quota di progetti consulenziali in maniera continuativa, con un livello di business che possa contare su 15  progetti costanti (la nostra media di contratto è di 36 mesi), con una curva di crescita fluida, che ci consenta di lavorare meglio. E poi c’è la parte internazionale che sarà rafforzata, con il consolidamento  delle attività in Nord America, in Europa e in Sud Africa e nuove opzioni legate al Medio Oriente, dove entro il 2025 faremo nascere qualche nuovo progetto».