Autore: Redazione
18/09/2023

Come ti creo un’immagine: il personal branding di Stand Out

Nell’estate caratterizzata dalla comunicazione sovente aggressiva di alcuni volti celebri, chiediamo lumi alla prima società europea specializzata nella costruzione di un marchio/volto

Come ti creo un’immagine: il personal branding di Stand Out

Gianluca Lo Stimolo

In questo inizio di autunno è impossibile sfogliare un giornale, o aprire un social network, senza imbattersi in alcuni personaggi che sono molto diversi tra loro per professione, età e orientamento politico, ma sono accomunati da una caratteristica: un’attitudine apertamente provocatoria.  Morgan, Roberto Vannacci, Chiara Ferragni e Fedez, Vittorio Sgarbi son o i primi e più celebrati/criticati nomi di questa corrente. Figure del genere sembrano aver interpretato l’antico adagio: “Nel bene o nel male, purché se ne parli”. Ma questo metodo per ottenere visibilità è destinato a funzionare nel lungo termine? Lo chiediamo a un esperto di personal branding, ceo e founder della società dedicata all’argomento,  Stand Out, Gianluca Lo Stimolo (protagonista anche su DailyOnAir - The Sound Of Adv). 

Come diventare volti noti

La struttura (https://standoutcomunicazione.it/) è la prima società europea specializzata in servizi integrati di personal branding. Attraverso un protocollo proprietario di strategie e strumenti di comunicazione (dal personal positioning alla consulenza d’immagine, dagli shooting fotografici al copywriting, dall’ufficio stampa alla scrittura e pubblicazione di libri, dalla creazione di siti/blog alla realizzazione di video e al coordinamento dei profili social ecc.), Stand Out garantisce il miglior posizionamento nel mercato di riferimento, aiutando professionisti e imprenditori a diventare “volti noti” del proprio ambito. La società è anche editore di Business Celebrity (https://www.businesscelebrity.it/), il primo magazine digitale dedicato al Personal Branding. Attraverso interviste, storie, articoli e strategie, il periodico online si rivolge a professionisti, imprenditori e manager intenzionati a comunicare in modo più efficace e affermare il proprio brand personale.

Come si costruisce oggi come oggi una strategia efficace di personal branding?

«La tematica è molto complessa, e non si risolve con il solo utilizzo dei mezzi social. La prima cosa da mettere in evidenza è la riconoscibilità, occorre capire le professionalità da sottolineare, da mettere in evidenza. Una boutade può attirare l’attenzione, ma per un progetto di lungo termine occorre essere riconoscibili dal punto di vista professionale, senza dimenticare elementi che si considerano erroneamente secondari, come il look, la presenza, lo stile, ma anche le parole che solitamente utilizziamo».

Quali sono mezzi privilegiati per raggiungere l’obiettivo?

«I social media rappresentano un’ottima piattaforma, anche perché a basso costo, ma un vero personal brand si costruisce offline. Sembrerà paradossale, ma i media tradizionali stanno riaffermando la propria importanza. Il problema legato ai social risiede nel fatto che sono disintermediati e quindi hanno poco valore in termini di autorevolezza, sono poco credibili e tutti simili. Serve quindi una comunicazione mediata, da attuare sui media classici, nei quali a parlare di quanto sia bravo non è il protagonista, bensì altre voci, il che rende il tutto molto più forte e autorevole. Si potrebbe obiettare che non a tutti è data la possibilità di usufruire di mezzi istituzionali, ma questi ultimi stanno cambiando, lo stesso mercato comincia a esporsi al di fuori della dimensione aziendale ed è sempre più votato alle persone».

Quali potrebbero essere le possibili evoluzioni?

«È un settore veramente in crescita, anche perché tutti abbiamo necessità di distinguerci, di farci riconoscere, di superare la concorrenza. Le persone che scelgono un percorso di personal branding hanno bisogno di strumenti nuovi, di piattaforme inedite, magari una testata, un podcast, un canale YouTube, il tutto congegnato per divenire una piattaforma proprietaria; uno spazio solido per trasmettere la competenza, perché si possa essere riconosciuti come esperti di un argomento, sul quale costruire un vero e proprio eco sistema. E attenzione: occorre creare contenuti inerenti il nostro campo d’azione, senza perdere il focus, senza chiacchierare di tutto e di più».

Come cavalcare con successo strategie aggressive?

«Utilizzare la controversia è pericoloso, si cerca subito troppo la visibilità, si creano hype, ma se si vuole costruire una strategia deve essere coerente con la propria immagine e pochi lo sanno fare. Lo stile aggressivo non è per tutti e non è consigliato».

Cosa ha caratterizzato il 2023 di Stand Out e cosa state preparando per il futuro?

«Partiamo dal presupposto che di questa materia si sappia poco, la tematica è sempre esistita, ma il termine è stato coniato nel 1997, ecco perché abbiamo creato un accademia, la Personal Branding Accademy. Abbiamo avviato un progetto di franchising, che ci vede all’opera insieme agli specialisti di comunicazione che intendono sondare il campo. Infine, aiutiamo personal brand nella progettazione di media: abbiamo creato, sino a oggi, 13 testate, online ma anche cartacee».