Autore: Redazione
16/07/2020

Citynews, il compleanno può attendere, la riscossa post Covid è iniziata: audience boom, tiene la nazionale

Il punto della situazione con i due CEO, Fernando Diana e Luca Lani: i picchi di pubblico, la frenata dell’adv, con la GDO che imperversa, ma l’automotive sta alla finestra. In attesa della partita decisiva, in autunno

Citynews, il compleanno può attendere, la riscossa post Covid è iniziata: audience boom, tiene la nazionale

Fernando Diana e Luca Lani

Era tutto pronto. Dopo i classici festeggiamenti legati all’arrivo del nuovo anno, la sala che avrebbe ospitato gli invitati alla grande festa dei 10 anni del gruppo editoriale Citynews stava per aprire i battenti, tra luci abbaglianti e stelle filanti. Tutto ampiamente giustificato e meritato, due lustri in crescita progressiva, alla conquista dello Stivale, dopo un 2019, come si suol dire, importante: apertura delle edizioni di Livorno, Messina e Reggio e conseguente copertura di alcuni territori del nostro Paese non ancora presidiati; quota 53 di edizioni realizzate. E l’anno, sulla scorta di questa scia di affermazioni, era cominciato decisamente bene, tra audience e revenue. Poi… lo sappiamo tutti: la scure del Covid e del lockdown che si abbatte su vita e aspirazioni, capovolge tutti i focus e gli obiettivi, frena ogni possibile festa. Tutto rimandato. Ma, nel frattempo, non ci è stato permesso di giraci i pollici, tutt’altro. Citynews, come era preventivabile è stato stretto d’assedio da noi reclusi e affamati di informazioni. A darsi un po’ alla macchia, come non capirli, sono stati gli investitori. Ne abbiamo parlato con i due CEO, Fernando Diana e Luca Lani.

Bando ai convenevoli: come avete vissuto questi sette mesi definibili quantomeno controversi?

«L’anno era partito bene, sia sul fronte delle audience sia su quello della raccolta. A gennaio e febbraio avevamo registrato revenue in crescita del 30%, con un target previsto del 30-35% su tutto l’anno. Poi tutto si è fermato. Non certo sul fronte delle audience, che a marzo hanno toccato punte di crescita dell’80-90%. Ma anche in questo caso, ci sono tati dei movimenti piuttosto strani, unici: ad aprile c’è stato un calo, poi a maggio, con l’inizio della fase 2, riecco i grandi picchi, con l’utente ansioso di capire i differenti cambiamenti di status da regione a regione; a giugno un nuovo calo, o comunque un ritorno a ritmi normali. L’emergenza e il lockdown ci hanno “regalato” il boom delle app, circa 50, prese d’assalto durante la quarantena, grazie alle notifiche push legate alle varie città-regioni. Nel mese di marzo abbiamo totalizzato 1.200.000 sessioni di app al giorno. Un traffico notevolissimo che però non è stato premiato da riscontri pubblicitari».

Il campo pubblicitario è diventato minato…

«Come detto, l’inizio era stato confortante e gli obiettivi molto ambiziosi. Occorre però fare una distinzione: la nazionale ha tenuto e, seppur in difetto rispetto ai propositi/desideri di cui sopra, si può dire in crescita rispetto allo stesso periodo del 2019. La GDO ha avuto un grande impatto, come si può immaginare, ma altre voci sono crollate, una per tutte l’Automotive. La nostra concessionaria ha fatto un ottimo lavoro e ha sostituito alcuni settori, portando in pole position banche e assicurazioni. Sul fronte della locale, Citynews non si occupa di small business, e quindi lavora con concessionarie, istituzioni, eventi. Anche in questo caso, la GDO ha fatto la parte del leone, ma il resto è stato demolito dall’emergenza, come testimonia il -30% a marzo».

State già notando una ripresa, un effetto rimbalzo?

«Direi di sì, e non si potrebbe fare altrimenti. Giugno e luglio sono solitamente mesi di passaggio sul fonte pubblicitario, a meno che non ci siano grandi eventi da celebrare, ma oggi ampi settori di mercato devono riaprire, rimettersi in marcia; pensiamo ancora una volta all’automotive che si è ritrovato con un -95% nelle immatricolazioni».

Ma non credo che basti, o sbaglio?

«Purtroppo no: in autunno ci giocheremo la vera partita, la ripartenza dell’Italia. Sul fronte pubblicitario, ottobre, novembre e parte di dicembre sono mesi da sempre basilari. Ma qui il tema è più ampio e riguarda il PIL, la contrazione economica e le possibili ripercussioni sul futuro. Citynews sta lavorando bene, ce la sta mettendo tutta per venire incontro ai propri investitori, sul fronte della progettualità stiamo facendo ottime cose, come testimonia la recente intesa stretta con Sold Out, la Only Amazon Agency, che avrà l’obiettivo di offrire alle aziende italiane la possibilità di perfezionare la propria digital strategy e integrarla con le altre attività di pianificazione digitale, oppure con la survey condotta insieme comScore sul Volantino digitale».

Quali settori si sono rimessi in moto, quali ci stanno provando e chi invece è rimasto in attesa?

«La GDO sta andando fortissimo, aiutata anche dai citati progressi digitali, così come il bancario; il tempo libero, e quindi anche gli eventi e il turismo stanno provando a uscire di nuovo fuori; l’automotive rimane guardingo, anche perché in attesa dei chiacchierati incentivi che non si sono ancora visti».

Come descrivereste lo scenario attuale della comunicazione?

«Non è impensabile, come spesso accade dopo grossi periodi di crisi, che potremmo assistere a concentrazioni editoriali; sarà da tenere d’occhio anche la situazione dell’informazione online, i grossi gruppi come Facebook e Google, che devono muoversi tra mille controversie; i gruppi pure digital sono diventati driver, a maggior ragione quando la gente era bloccata in casa. Ma non possiamo disegnare scenari scontati su quello che accadrà tra un anno».