Centromarca: aumenta l’attenzione alla sostenibilità, nove aziende su dieci comunicano temi ambientali e socio-economici
Ieri un convegno con le case history di Coop Italia, Colgate-Palmolive e Nestlé
La valorizzazione delle diversità, le pari opportunità di genere, le emissioni e l’energia: sono questi i temi in cima alla lista delle “azioni e degli impegni dell’industria di marca per uno sviluppo sostenibile”, come recita il titolo dell’incontro che si svolto ieri alla Bocconi nell’ambito della undicesima edizione del Salone della CSR (Corporate Social Responsability) e dell’Innovazione Sociale. Organizzato da Centromarca che ha commissionato un’indagine all’Università di Roma Tre, il convegno ha visto in primo piano le iniziative per il contrasto al cambiamento climatico. E i risultati della ricerca dicono che nove aziende su dieci comunicano le loro iniziative in campo ambientale, sociale ed economico mentre quattro su cinque hanno online una sezione dedicata. Per arrivare a questa sintesi la ricerca ha preso in esame 9.500 pagine di documenti pubblici, bilanci di sostenibilità e oltre 30mila dati che hanno consentito di scattare una fotografia aggiornata dell’azione dell’Industria di Marca, alimentare e non food, in campo ambientale, sociale ed economico.
Il panel
A discutere e a commentare i risultati della ricerca c’erano Sandro Castaldo, professore ordinario di Marketing e Management all’Università Bocconi di Milano; Vittorio Cino, D.G. di Centromarca; Chiara Faenza, responsabile sostenibilità e innovazione valori di Coop Italia; Carlo Alberto Pratesi dell’Università di Roma Tre che ha illustrato la ricerca; Sara Scrittore, Vice President & General Manager Southern Europe di Colgate-Palmolive; e Marco Travaglia, Vice Presidente di Centromarca, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Nestlé in Italia, coordinati da Ivo Ferrario, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Centromarca.
Cala il potere d’acquisto
“Finalmente il tema della sostenibilità è entrato nei CdA delle aziende - dice Castaldo - ma attenzione: i fatturati delle aziende, dopo la pandemia, aumentano ma il potere di acquisto dei consumatori diminuisce. I consumatori oggi hanno dovuto intaccare i propri risparmi per mantenere lo stesso tenore di vita che avevano prima. Anche di questo dato devono tener conto le aziende sostenibili”. Il dato è stato preso in considerazione anche da parte di Chiara Faenza, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di creare una cultura del consumo ma anche e soprattutto una cultura della trasparenza e del rispetto delle normative da parte elle aziende. Un esempio pratico è stato portato da Sara Scrittore: “Ogni anno vengono prodotti 20 miliardi di tubetti di dentifrici, di cui 10 miliardi sono prodotti da noi. Bene, noi abbiamo impiegato 5 anni di ricerche per produrre un tubetto riciclabile”. Un esempio simile è stato citato da Travaglia citando il riciclo delle bustine e dei fondi di caffè. Travaglia ha poi posto pesantemente il problema della distribuzione (intermodalità gomma-ferro) e della logistica come temi integranti della sostenibilità. D’altronde la sostenibilità - secondo il professor Pratesi - ”stravolge l’organizzazione delle aziende”.
Ridurre le emissioni
Dai risultati della ricerca di Centromarca balza subito all’occhio comunque un confronto e cioè che “l’86% delle imprese di marca (188 le industrie aderenti) comunica iniziative e impegni attraverso dati ufficiali pubblici a fronte invece del 60% del dato nazionale, decisamente più contenuto - ha segnalato Cino -. Il dato è particolarmente positivo se si considera che nel 2020 (anno della pandemia) erano pari al 74%”. In dettaglio poi il 78% delle imprese di marca è impegnato in campo ambientale, rispetto al 50% rilevato a livello nazionale, nel sociale il 68% rispetto al 45% e sul fronte economico il 39% rispetto al 37%. In campo ambientale al primo posto tra le attività comunicate troviamo gli interventi per la riduzione delle emissioni (67% di aziende le rendiconta), seguiti da azioni per il contenimento e la razionalizzazione dei consumi energetici (61%), uso responsabile delle materie prime (57%), ottimizzazione dei consumi idrici (56%), gestione dei rifiuti (56%). In ambito sociale, invece, le pari opportunità di genere e la valorizzazione delle diversità sono i fronti su cui si concentrano gli sforzi più consistenti (60% delle aziende). Oggetto di particolare attenzione sono anche i temi su salute e sicurezza (54%), occupazione e creazione di posti di lavori (44%), formazione (44%).