Parla Toluna: «La digital disruption ha coinvolto anche il settore delle ricerche di mercato»
All’evento “Insight per l’on-demand economy”, la società attiva nel digital marketing research racconta la trasformazione di un ambiente in cui il cliente è al centro di ogni strategia. Nei sei mesi la crescita in Italia è del 20%
La possibilità di ottenere grandi moli di dati sui consumatori è stata un elemento cardine della rivoluzione digitale, ma i dati stessi sono stati soggetti alla stessa rivoluzione a cui hanno dato vita. Le informazioni hanno reso possibile la creazione di numerosi servizi, questi hanno attratto larghissime frange della popolazione mondiale verso l’online, e l’abitudine al digital che ne è derivata ha cambiato il modo di utilizzare la rete, fino al punto di dover rivedere quali dati siano di valore. La digital disruption - soggetto di un’indagine svolta da Toluna e presentata ieri durante l’evento “Insight per l’on-demand economy” - ha esaltato modelli di business molto innovativi, infatti stando alle informazioni raccolte i consumatori hanno accolto con piacere sistemi di Smart Payment (come PayPal o Google Pay, graditi dal 71% dei rispondenti), lo Streaming (Netflix o Spotify, 68%), il mondo ecommerce (Amazon o ePRICE, 66%) e il trasporto alternativo (Uber o CarGo, 65%). La tecnologia sta semplificando positivamente la vita dei consumatori come affermano il 51% degli intervistati tra i 39-55 anni (Generazione X) e il 46% dei giovani tra i 18-38 anni (Generazione Y), ma creando al tempo stesso anche molte aspettative soprattutto nella Generazione X che si rivela anche quella più “attiva”. Gli intervistati tra i 39-55 anni dichiarano infatti una digitalizzazione della propria esperienza in diversi ambiti dallo streaming ai servizi per il cittadino fino a quelli per la salute, mentre i più giovani privilegiano lo streaming e i Baby Boomers (40-72 anni) i servizi dedicati al cittadino.
Digital disruption nel settore ricerche
Anche il settore delle ricerche di mercato è stato coinvolto dall’avvento dei nuovi modelli operativi: «Quello che succede nel segmento è una vera rivoluzione. Lato offerta, i grandi istituti stanno vivendo momenti di sofferenza mentre i player tecnologici come SurveyMonkey stanno crescendo a grande ritmo. Il lato domanda invece cambia per molteplici ragioni. Sempre più spesso i direttori marketing stanno decidendo di creare all’interno delle aziende delle unità in grado di gestire le proprie necessità», ha spiegato a DailyNet Marco Gastaut, Managing Director Southern Europe & Latam di Toluna. Un altro elemento di trasformazione è l’automazione: «All’inizio faceva paura agli addetti ai lavori, ma ora è una grande opportunità per ridare ai ricercatori la possibilità di concentrarsi sull’analisi dei dati, raccolti attraverso gli strumenti tecnologici». Importante poi è l’accostamento sempre più stretto tra i questionari e i dati provenienti dal digital tracking. «Il tracciamento digitale ha due ambiti di utilizzo principali: la valutazione del percorso d’acquisto e l’ottimizzazione dei piani media. I centri media hanno a disposizione molte informazioni sugli utenti, ma non hanno accesso ai dati socio-demografici né hanno la possibilità di somministrare agli user alcun questionario. Abbinare ricerche e tracciamento porta ad effettuare analisi di grande qualità», continua Gastaut.
Marco GastautUn modello più agile
Accettare le nuove sfide significa spostare i confini del dato, moneta corrente dell’intera digital economy. Serve dunque mettere in campo soluzioni snelle e immediate per raccogliere opinioni online. Toluna, che nel primo semestre 2018 è cresciuta del 12% a livello globale (e del 20% in Italia), deve molto alla diffusa adozione della soluzione digital QuickSurveys (+100%). «Puntiamo molto anche su AGILE Surveys, che consiste in un’unica piattaforma su cui è possibile sviluppare ricerche personalizzate, oppure scegliere il modulo più adatto alle esigenze all’interno una libreria di moduli già confezionati o ancora testare l’efficacia di un prodotto in un contesto competitivo. Quest’ultima funzione si chiama Power Shelf, e permette di verificare attraverso test online su persone reali le potenzialità di un prodotto a scaffale ed è utile sia ai brand sia alle catene della grande distribuzione organizzata», conclude Gastaut. Uno strumento utile, stando alle indicazioni della ricerca secondo cui i rispondenti ammettono di apprezzare maggiormente le aziende interessate alla loro opinione (26%), quelle che conoscono bene i loro bisogni (24%) e hanno la capacità di metterli al centro (21%). “La Digital Disruption è una vera e propria trasformazione digitale che sta investendo non solo le aziende ma anche e soprattutto i consumatori. Oltre a modificare il paradigma di erogazione dei servizi, rendendolo più ‘immateriale’, immediato e personalizzabile, questa digitalizzazione sta infatti rivoluzionando il ruolo del cliente-consumatore, sempre più al centro del processo aziendale in veste di motore di innovazione e cambiamento”, dichiara Tommaso Gandolfo, Research Director, Digital Products, di Toluna.