Sisal Group ai vertici per qualità e trasparenza della comunicazione online
Il Gruppo Sisal è “best in class” nella graduatoria che misura la comunicazione digitale delle società non quotate: al primo posto tra le aziende private e seconda in assoluto.
Webranking è la più importante indagine europea che valuta la trasparenza delle principali società quotate e non quotate sui canali digitali. E si tratta dell’unica classifica basata sulle aspettative degli stakeholder. Il report, in particolare, mette in luce le ultime tendenze di comunicazione e le best practice, oltre a fornire insight per navigare nel mondo digitale. Un ranking di grande significato, quindi, in un quadro dove la crescente importanza della comunicazione corporate sul digitale è dovuta soprattutto al mutato contesto in cui le aziende operano.
Calo della fiducia
In effetti, il calo della fiducia verso istituzioni e imprese, unito alla progressiva rilevanza degli impatti sociali e ambientali delle aziende per i consumatori e gli investitori, stanno influenzando notevolmente la comunicazione corporate: gli stakeholder chiedono, infatti, una sempre maggiore trasparenza e sull’altro fronte le aziende si mostrano più disponibili all’apertura. Tenendo conto, dunque, di questi elementi che caratterizzano uno scenario in continua evoluzione, assume ancora più valore la presenza sul podio di Sisal Group proprio nella classifica Webranking 2017. La storica azienda italiana leader nell’intrattenimento e nei servizi di pagamento, si posiziona al primo posto tra le aziende private e seconda in assoluto.
Comunicazione "trasparente"
La quarta edizione della ricerca realizzata da Lundquist, in collaborazione con la società svedese Comprend, assegna la leadership nel nostro Paese a Ferrovie dello Stato, davanti a Sisal e Anas, a pari merito sul secondo gradino, mentre Sace scende al quarto nei confronti della terza edizione. La conquista delle prime posizioni da parte di imprese a controllo pubblico testimonia la fortissima attenzione alla trasparenza digitale da parte dello “Stato azionista”. Intanto, dalla prima edizione della ricerca dedicata alle aziende non quotate si è registrato un continuo miglioramento delle performance delle aziende italiane. Ma anche guardando ai best improver, vale a dire le società che hanno aumentato maggiormente il loro punteggio, si nota un cambio di passo. Ilva, Anas, Ferrovie dello Stato e appunto Sisal sono migliorate di oltre venti punti. “La trasparenza, soprattutto sul digitale, non è un obbligo di legge ma diventa un modo per rispondere alle crescenti richiesti dei propri interlocutori, in primis i clienti, e per differenziarsi in un mercato sempre più competitivo", spiega Sara Rusconi, Content Strategist e Partner di Lundquist. Poiché i criteri della ricerca derivano dalle esigenze degli stakeholder, si può considerare la metà del punteggio massimo (40 punti su 80) come la soglia minima per soddisfare le loro aspettative. E la ricerca Webranking può, quindi, essere considerata come uno stress test della trasparenza delle aziende e dell’apertura sui canali digitali.
Performance in miglioramento
Sempre rispetto allo scorso anno, non solo sono raddoppiate le società promosse (il 13% del campione contro il 6%), ma soprattutto sono fortemente diminuite le “bocciate” che non soddisfano i requisiti minimi (40% contro il 63%). Inoltre, quasi tutte le aziende hannomigliorato le performancerispetto allo scorso anno e questo ha portato a una crescita del punteggio medio, dal 27% dell’anno scorso al 34% attuale, nonostante il campione sia passato da 62 a 77 aziende. Tra i settori rappresentati nella ricerca Non-Listed, sono i settori delle infrastrutture e quello finanziario ad aver ottenuto le migliori performance. Le aziende a partecipazione pubblica come Ferrovie dello Stato, Anas, e Sea che portano avanti la media di questo settore, così come Sace nel settore finanziario e Gse in quello energetico, sono soggette a uno standard più alto di trasparenza proprio per la loro natura “pubblica”.
Simonetta Consiglio
Un caso di eccellenza
Il gruppo guidato dal chief executive officer Emilio Petrone risulta, quindi, un caso d’eccellenza in Italia, secondo tutti gli indicatori di analisi, facendo registrare risultati di vertice nelle diverse categorie: secondo posto, come già evidenziato in precedenza, nella classifica generale, primo posto tra le aziende private e ancora secondo posto tra le best improver, ovvero le società che hanno aumentato maggiormente il proprio punteggio. All’interno del report viene in particolare sottolineata l’attenzione del Gruppo Sisal verso i programmi di innovazione, oltre alla capacità di distinguersi in merito ai temi legati alla responsabilità sociale. “Un risultato di cui siamo orgogliosi, che testimonia il costante impegno del gruppo nella costruzione di una relazione di fiducia con i propri stakeholder, fondata su una comunicazione aperta e trasparente - commenta Simonetta Consiglio, Vice President Marketing di Sisal Group -. All’interno di questo percorso, l’ecosistema digitale rappresenta uno strumento privilegiato per raggiungere in modo efficace e continuativo tutti i portatori di interesse”.
Alessandro Moretti
Forte sviluppo
“La presenza digitale del Gruppo Sisal si è fortemente sviluppata negli ultimi anni, contribuendo a far evolvere positivamente l'engagement con clienti e consumatori - aggiunge Alessandro Moretti, Head of Digital Marketing di Sisal Group -. I siti del nostro gruppo evidenziano tassi di crescita costanti, mentre il traffico sui nostri touchpoint digitali è cresciuto del 19% negli ultimi dodici mesi. Anche la strategia relativa ai social media ha prodotto trend in forte ascesa: solo su Facebook, Sisal ha incrementato le proprie community del 60% negli ultimi due anni, che contano oltre 1,2 milioni di follower”.
Risultati chiave
Tornando all’indagine nel suo complesso, spiccano tre risultati chiave. La digitalizzazione, la globalizzazione e il cambiamento climatico stanno portando evoluzioni repentine nei consumi, negli stili di vita e a un profondo calo di fiducia nei confronti di istituzioni e imprese. Essere trasparenti verso i propri clienti e business partner, possibili investitori e il mondo dei media è un’occasione per differenziarsi e costruire la propria reputazione in un contesto di mercato sempre più competitivo. In secondo luogo, la crescente attenzione da parte di consumatori e investitori per gli impatti di natura sociale e ambientale, la nuova direttiva sulla trasparenza non finanziaria, l’avvento dei Sustainable Development Goals, la crescita dell’Integrated Reporting (e Integrated Thinking) sono tra le tante novità in tema di sostenibilità degli ultimi anni che richiedono a ciascuna azienda di formulare risposte. Tuttavia, solo una società su tre presenta sul sito un bilancio di sostenibilità, dato in linea con lo scorso anno. “Per la sostenibilità, il digitale non è più un semplice canale tra i tanti, spesso secondario, ma la leva strategica di dialogo e confronto con il mondo esterno. Per questo, categorie tradizionali di sostenibilità, come reportistica, stakeholder engagement e comunicazione tendono a sovrapporsi e a integrarsi, diventando una cosa sola", puntualizza James Osborne, head of sustainability, Lundquist.
Overdose di informazioni
Per conquistare visibilità e credibilità, le aziende devono, poi, sapersi distinguere. Per fare questo, dati e informazioni devono essere contestualizzati e narrati sfruttando gli strumenti digitali. “Quando si lancia un nuovo sito è importante non seguire le mode e le ultime innovazioni tecnologiche, ma dedicare sufficiente tempo alla definizione di una content strategy che definisca obiettivi e messaggi chiave - conclude Caroline Becker, responsabile della ricerca Webranking Italia - Il rischio, altrimenti, è di fare un investimento con scarsi risultati”. Sisal sembra proprio essere riuscita, ancora una volta, a centrare tutti questi obiettivi, guadagnandosi una posizione di assoluto prestigio ai vertici di una fra le più importanti indagini europee dedicate alla trasparenza delle principali società, il cui protocollo di valutazione tiene conto di nove sezioni di giudizio: presentazione dell’azienda; comunicazione verso i media; informazioni finanziarie e reporting; governance; responsabilità sociale e csr; employer branding e carriere; homepage del sito; usability, user experience & content efficacy; presenza sui social media.
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