Autore: Redazione
21/12/2017

Influencer Marketing: Open Influence svela i trend del 2018

Chiudiamo l’anno con alcune anticipazioni su quelli che saranno i trend del 2018 nel campo dell’Influencer Marketing. Come sempre ci fa da guida Karim De Martino, VP Business Development Europe a Open Influence

Influencer Marketing: Open Influence svela i trend del 2018

di  Karim De Martino    Karim@openinfluence.com
L'influencer marketing si fa serio

È ormai un  dato di fatto che i grandi investitori e centri media includano l’influencer marketing nei loro piani, con budget sempre più consistenti. Se 4 anni fa, quando Open Influence ha iniziato la sua attività, si brindava a progetti da 20.000 dollari, oggi ci capita di chiudere partnership annuali a 6 zeri per attivazioni globali di influencer. L’aumento della posta in gioco porta a una maggiore regolamentazione, trasparenza, misurazione e valore del mercato.

Dalla massa alle nicchie

Molti big spender sono entrati nel 2017 nel mondo dell’influencer marketing sparando con il bazooka: grossi budget, purché in ogni post si vedessero i loro prodotti, senza badare al fatto che l’audience fosse a target o che l’influencer incarnasse i valori del brand. Questo sta cambiando: da una parte l’offerta di influencer è molto più variegata e settoriale, dall’altra gli strumenti tecnologici permettono di accedere a maggiori informazioni riguardo alle audience e quindi di targettizzare. Insomma, gli investimenti saranno sempre più mirati: meno celebrity e più “nativi” del web, con meno concentrazione sui “soliti” influencer.

La definizione del valore

Grazie alle evoluzioni tecnologiche di piattaforme come Open Influence, è sempre più possibile attribuire un valore agli influencer basato sulla stima delle visualizzazioni, l’engagement e la composizione delle audience. Chi ha comprato follower sarà smascherato in pochi click e chi farà proposte fuori mercato ai brand dovrà ridimensionare le proprie richieste secondo degli standard di mercato, a rischio di essere tagliato fuori dagli investimenti perché “troppo caro”. Gli influencer dovranno dimostrare il loro valore con i numeri e la qualità, non con la notorietà.

Aumento dei KPI misurabili

I social network forniscono sempre più strumenti (ad esempio Branded Content di Facebook) per accedere agli insight dei post. Questo, affiancato da tecnologie di terze parti, come la piattaforma di Open Influence, permetterà di avere molte più informazioni (ad esempio visualizzazioni in base al profilo socio-demografico). Inoltre sarà possibile tracciale i click, andando così a definire il valore anche in base alla conversione reale. Molte agenzie inizieranno a proporre campagne a performance, attirando nuovi investimenti.

Integrazione con il paid media

Già oggi i social network stanno spingendo i brand affinché i contenuti prodotti dagli influencer siano utilizzati come sponsored post e in USA ormai ogni campagna prevede una porzione del budget dedicata all’amplificazione tramite paid media. In Europa succederà lo stesso, permettendo ai brand di espandere la reach e sfruttare al meglio i contenuti di qualità prodotti dagli influencer, dandogli di fatto una vita più lunga.

Sempre più video

Il video andrà lentamente a sostituire le immagini e a imporsi come veicolo principale dei contenuti prodotti dagli influencer. Tecnologia, creatività e strategie si adatteranno di conseguenza. Ad esempio il software di riconoscimento degli oggetti presenti nelle foto, che rappresenta il fiore all’occhiello di Open Influence, viene già testato sui video e presto permetterà di riconoscere anche loghi e specifici prodotti, rendendo di fatto superato l’utilizzo di hashtag per cercare e identificare gli influencer.