Autore: Davide Sechi
27/03/2025

Nuvole sicure: le soluzioni di AstraMind tra cloud, AI e dati protetti

La startup innovativa, che mira a ridefinire l’approccio delle aziende all’intelligenza artificiale, con un’enfasi particolare sulla privacy e la gestione compliant dei dati, raccontata dal co-founder e CTO Giacomo Cavallini e dal neo investitore Lorenzo Cabras

Nuvole sicure: le soluzioni  di AstraMind tra cloud, AI e dati protetti

Lorenzo Cabras e Giacomo Cavallini

AI ovunque e comunque e non si tratta della stilizzazione di un lamento, ma di Intelligenza Artificiale e dei suoi utilizzi. Prima che qualcuno inciampi e si faccia male arriva AstraMind, startup innovativa che mira a ridefinire l’approccio delle aziende all’intelligenza artificiale, con un’enfasi particolare sulla privacy e la gestione compliant dei dati. Il gruppo sviluppa modelli AI efficienti e dalle performance analoghe ai prodotti dei colossi internazionali, ma capaci di operare in locale su dati proprietari delle imprese. Un nuovo paradigma, dedicato sia a PMI sia a grandi corporation, con un focus sulla ricerca continua, la sicurezza, lo sviluppo responsabile e sostenibile, nonché la condivisione di conoscenza. Recentemente, AstraMind ha accolto Massimiliano Gusmeo e Lorenzo Cabras come nuovi investitori. Ne parliamo con il co-founder e CTO Giacomo Cavallini e con lo stesso Lorenzo Cabras (ospiti di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Come nasce Astramind e con quali obiettivi?

«La società sorge da un’idea dell’altro founder, Marco Lironi, e dalla sua precedente esperienza aziendale, svolta in ambito tessile e dalla consapevolezza che le aziende abbiano un grosso problema sul fronte della protezione dei propri dati e del loro inserimento in cloud, senza dimenticare le possibili problematiche legate ai regolamenti interni. Mi ha contattato perché anche io avevo svolto ricerche in ambito AI e da lì è partito il progetto: costruire una soluzione cloud ma in dimensione locale».

In cosa consiste la vostra offerta?

«Con l’ingresso di Gusmeo e Cabras, che portano dentro il loro know how fatto di tecnica, di comunicazione e management, gli ambiti in cui lavora Astramind sono: open source, nel quale viene rilasciato una parte del progetto, enterprise, ossia soluzioni indirizzate alle aziende, in maniera diretta, con le società che ci contattano per trovare le soluzioni più appropriate, oppure con il coinvolgimento di partner e system integrator. Le aziende si sono rese conto di doversi aprire all’AI per non perdere la strada dell’efficacia, ma la protezione del dato rappresenta una preoccupazione reale; ce ne siamo accorti in vari settori di mercato: nella salute, nel bancario, nell’ambito scolastico. Come AstraMind abbiamo sviluppato una peculiarità che consente di semplificare le procedure e rendere la soluzione meno energiva in termini di calcolo così da inserirla localmente senza timori in relazioni ai dati. Quello che facciamo è simulare un cloud in locale, un modello più grande, il che ci consente di trasportalo in dimensione locale. Il core è la protezione dei dati e, potendo disporre di un server in locale, non è attaccabile. Tutte le connessioni in server vengono protette e assolutamente garantite, anche qualora la connessione non sia presente. In sintesi: se un’azienda non vuole andare in cloud, arriva AstraMind in versione locale, la massima protezione garantita».

Con quali settori operate maggiormente e con quali vorreste lavorare?

«Generalmente operiamo con industry sensibili sul fronte della protezione del dato: credito bancario, per fare un esempio, ma anche aziende produttive, con clienti che chiedono la massima impermeabilità del dato. Le nostre soluzioni si posizionano nel mondo sanitario, in quello dell’istruzione, della sicurezza, anche a livello governativo».

AI e mercato italiano: a che punto siamo, chi la sfrutta meglio, chi potrebbe giovarsene?

«C’è ancora molta strada da recuperare, ma si avverte la volontà di fare una rincorsa rispetto ai grandi player. Astramind sta avendo una risposta molto verticale su un’esigenza reale. Il mercato europeo tra AI e GDPR fa sempre più attenzione alla protezione del dato e quindi ci sarà un grande spazio per noi».

Cosa vi attendete dal 2025 (e magari anche oltre)?

«Sarà la stagione della strutturazione. Esistiamo da un anno, ci siamo fino a ora dedicati alla costruzione di soluzioni e di un portfolio definito. Costruiremo il nostro go to market, ultimeremo a breve il business plan, definiremo gli ultimi dettagli della media e della selling proposition. Siamo aperti a nuovi investitori e a costruire le prime partnership».