Anche Vox Media taglia il target dei ricavi per il 2018
Un articolo del Wall Street Journal esamina la situazione del Gruppo, in un contesto non semplice per tutta l’editoria mondiale
Sono tempi duri per l’editoria. Anche per quella digitale e capace di raggiungere un’audience realmente globale. È il caso di Vox Media, publisher online che pubblica Vox, The Verge e Recode, che quest’anno mancherà il suo obiettivo per i ricavi, con risultati fino al 15% al di sotto dei target interni. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando persone a conoscenza dei fatti. Secondo il giornale, i manager di Vox Media si attendevano ricavi per 200 milioni, in virtù di una crescita del 25% sul 2017, ma hanno dovuto abbassare le stime del 15%. Un portavoce del Gruppo ha detto che è troppo presto per fare previsioni anche perché, tradizionalmente, il quarto trimestre è sempre il più solido. Il portavoce ha anche sottolineato i risultati positivi raggiunti nel corso del terzo trimestre. Questo report, che ne segue di altri simili riguardanti grandi nomi come BuzzFeed e Vice, certifica ancora una volta le difficoltà degli editori online, in un contesto in cui Facebook e Google valgono oltre il 60% della raccolta pubblicitaria sul digital. In particolare, i ricavi da prodotti e contenuti sponsorizzati non crescono ai ritmi sperati. Tutti fattori che stanno spingendo gli editori a tastare strade alternative: Vox, per esempio, sta cercando altre fonti di reddito rispetto alla pubblicità. L’azienda ha ampliato la sua tecnologia per l’advertising, Concert, ha avviato un’attività di podcasting e ha tagliato gli accordi di licenza con aziende video tra cui Netflix e PBS. E, nonostante un mercato della pubblicità digitale complesso, la sua audience continua a salire. I siti di Vox hanno attirato 78,4 milioni di lettori nel mese di luglio, secondo le rilevazioni di comScore, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.