Autore: Vittorio Parazzoli
30/01/2025

Amazon spegnerà a fine febbraio il canale DAZN su Prime Video non accettando una metrica condivisa per le misurazioni; ma la “Total Audience” non può avere “due pesi e due misure”: se ne parlerà al convegno dei JIC del 5 marzo

La decisione rafforza di fatto quella per ora analoga da parte degli OTT, di non accettare l’”Sdk”, mentre si sta lavorando su un sistema “server to server” che però bisognerà vedere se verrà accettato dalla industry

Amazon spegnerà a fine febbraio il canale DAZN su Prime Video non accettando una metrica condivisa per le misurazioni; ma la “Total Audience” non può avere “due pesi e due misure”: se ne parlerà al convegno dei JIC del 5 marzo

Se mai ce ne fosse stato bisogno, l’evento organizzato dal sistema-Audi per il 5 marzo al Piccolo Strehler per confrontarsi sui sistemi delle misurazioni, opportunità e problematiche legate all’adozione di metriche condivise in logica di Total Audience diventa ora ancora più impellente dopo che Amazon ha deciso – comunicandolo ai suoi abbonati – che dal 28 febbraio spegnerà il canale DAZN che ospita su Prime Video in base agli accordi presi tra i due operatori nell’ambito di una partnership globale già sperimentata in Germania, Spagna e Giappone, dove per altro l’offerta congiunta resterà attiva. Il motivo è che anche Prime Video – come già fa DAZN per tutte le partite di Serie A e di Serie B – avrebbe dovuto sottoporsi alla misurazione di un JIC. E, questo, perché la ripartizione dei proventi da diritti tv per la Serie A viene effettuata sulla base di criteri imposti dalla Legge Melandri (revisionata poi dalla riforma Lotti), tra i quali la distribuzione dell’8% delle risorse sulla base dei dati di audience certificata Auditel. I diritti per il massimo campionato se li era assicurati, per cinque stagioni che si chiuderanno con quella del 2028-29, appunto DAZN con Amazon per 700 milioni di euro all’anno. Sul tema a inizio 2022 AgCom è intervenuta con la delibera che stabilisce l’obbligo per il detentore dei diritti di farsi certificare il dato di Total Audience attraverso un JIC, ovvero Auditel. Il problema è che Amazon evidentemente non ha voluto accettare la metodologia utilizzata da Auditel per queste misurazioni, basata sull’utilizzo di “Sdk” da ospitare. Non si sa se queste scelta sia avvenuta in base a direttive giunte da oltreoceano o perché gli ascolti forniti senza audit da Prime Video sarebbero diversi da quelli rilevati in modo oggettivo: trattative con i JIC e l’Autorità sono in corso – come per altro da parte di tutti gli altri OTT per quanto concerne la loro offerta video che dovrebbe essere misurata da Audicom – ma poiché l’AgCom aveva posto come termine per una decisione la fine del prossimo mese, Amazon, visti i tempi ormai troppo stretti, ha preso la drastica decisione. 

Le alternative

Le trattative sono relative a un sistema alternativo “server to server” che in sostanza significa che l’Amazon (ma il discorso vale per qualunque altro OTT) del caso fornisce i suoi dati d’ascolto e il JIC verifica se sono veri attraverso un suo server: ma oltre al fatto che la verifica non potrebbe essere campionaria, si tratterebbe comunque di un trattamento diverso rispetto a chi, iniziando dai principali broadcaster Rai e Mediaset, ha già accettato invece gli “Sdk”. Ora, la “partita”, è il caso di dire, sta nel fatto se il sistema accetterà che gli OTT, pur non dotandosi di “Sdk”, riescano a condividere, sia tra di loro che con i JIC, un sistema “server to server” omogeneo e assimilabile nella logica del “meglio qualcosa che niente” o se invece (e su questo i broadcaster non avrebbero tutti i torti) non si arrivi, anzi non si resti all’attuale situazione con, è proprio il caso di dirlo, “due pesi e due misure”. In ogni caso, il precedente di DAZN c’è e non sembra che qualcuno se ne lamenti, né dentro né fuori. Un momento di confronto, come detto, potrebbe essere il convegno del 5 marzo, che si intitolerà “Convergenze nelle rilevazioni delle Audi” e che vedrà gli interventi di Marco Travaglia (Audicom), Giovanna Maggioni (Audioutdoor), Giorgio De Rita (Censis), Massimo Martellini (Audimovie), Francesca Lazzeri (Microsoft), Lorenzo Sassoli de Bianchi (Auditel) e Giacomo Lasorella (AgCom).