La ‘vita’ di oggi su Amazon: le regole di Amastar a sostegno delle PMI
La startup che supporta i brand italiani, specializzata nella gestione e ottimizzazione delle vendite sul marketplace, si racconta con le parole del CEO Stefano Boffi e annuncia i prossimi step: obiettivo su società più strutturate e su brand più conosciuti
Stefano Boffi
Nel 2024, gli acquisti online in Italia hanno superato i 58,8 miliardi di euro e registrato un incremento del 6% rispetto all’anno precedente (fonte Osservatori). Amazon, con oltre 350 milioni di prodotti disponibili (fonte Edesk), continua a dominare il mercato e influenza significativamente le abitudini di acquisto dei consumatori. Amazon rappresenta quindi al giorno d’oggi la piattaforma più strategica per le aziende e PMI italiane che desiderano ampliare la propria presenza online. Nel 2023 l’impatto delle oltre 21.000 PMI italiane che vendono attraverso Amazon ha raggiunto gli oltre 1.2 miliardi di euro, circa 25% in più rispetto all’anno precedente. Come si ‘vive’ oggi su Amazon? Lo chiediamo ad Amastar, la startup che supporta i brand italiani, specializzata nella gestione e ottimizzazione delle vendite, partner strategico per le aziende B2C che desiderano massimizzare il proprio potenziale sul più grande marketplace del mondo. La parola a Stefano Boffi, CEO del gruppo (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Come è cambiata la gestione e l’ottimizzazione delle vendite su Amazon di un brand B2C?
«Lavoro su Amazon da 7-8 anni e rispetto all’inizio, quando era necessario un semplice lavoro di ottimizzazione delle schede prodotto, tra testo e immagini, ora l’attività è molto più approfondita. Prima bastava la sola presenza del brand sul marketplace, ora servono analisi e ascolto costante delle richieste e delle lamentele dei clienti, tutte azioni utili migliorare la qualità del prodotto e la propria immagine in Rete, ossia quello che si vuole comunicare, in maniera quanto più chiara per guidare il cliente nella scelta».
Quali soluzioni offre Amastar?
«La nostra agenzia mette sul tavolo una supporto a 360 gradi e si rivolge ad aziende che solitamente operano nel largo consumo. Partiamo dal caricamento dei prodotti, passiamo per l’ottimizzazione delle spiegazioni legate agli stessi, promuoviamo una scrittura persuasiva, valorizziamo i termini di ricerca più frequentati dai clienti. Costruiamo schede, descrizioni e titoli che possano favorire il meccanismo dell’algoritmo di Amazon. Facciamo lavori anche sulle grafiche, gestiamo le campagne pubblicitarie, perché in Amazon è possibile promuovere i propri prodotti, con l’obiettivo di migliorare il traffico delle inserzioni. In più, risolviamo le problematiche legate a un marketplace che nasconde complessità ed è in costante aggiornamento, e ci occupiamo anche del lato normativo. Curiamo anche l’analisi dei dati, per individuare sempre nuove aree di miglioramento e crescere in presenza online e in fatturato».
Sembra che Amazon voglia sostituirsi come motore di ricerca a Google: come muta e come è cambiato l’atteggiamento di brand in questo senso?
«È un processo noto in quanto già in atto da tempo: Amazon è ormai diventato il motore di ricerca privilegiato. Quando i clienti cercano informazioni o consultano le recensioni, tendono a rifarsi sempre più ad Amazon. Ecco perché serve tenere in grande cura l’immagine del proprio marchio. Operiamo con aziende che magari non sono focalizzate su Amazon ma poi vi appaiono tramite l’operato di altri produttori e, magari, si trovano di fronte presentazioni non appropriate; ci chiamano e noi interveniamo».
Si parla sempre più spesso di come le recensioni rappresentino un fattore determinante: ma un loro eccesso non potrebbe risultare eccessivo o poco credibile? Come ovviate al rischio?
«La recensione è un elemento strategico, importantissimo nella quotidianità e nel lavoro. Le reviews sono tra i principali fattori, nel senso che è importante averle, quante più possibili, con punteggi alti. Il tema è molto controverso, visto che, fino a poco tempo fa, i giudizi venivano manipolati da molti venditori. Amazon però è sempre stata decisamente severa su questi temi; sono problematiche sulle quali non si può transigere. Manipolare le recensioni su Amazon può portare alla sospensione totale dell’account, con conseguenze tremende per le aziende. Esistono però anche delle tecniche che servono a incentivare i clienti a lasciare un giudizio positivo, magari regalando ampi spazi di soddisfazione del cliente; e poi, serve preparare descrizioni che non creino delle felse aspettative. Ed è meglio mettere in evidenza i problemi quando si prepara un catalogo, ammetterlo prima di ricevere commenti negativi; e inserire un gadget all’interno dell’acquisto, magari anche di valore irrisorio, aiuta, può fare la differenza».
Come si è evoluto il comportamento dell’utente e quanto è ancora importante ogni elemento testuale?
«L’elemento esplicativo è sempre importante, ma la parte testuale viene ormai scritta con l’algoritmo, anche perché gli utenti di fronte a un’offerta ampia leggono sempre meno, e la soglia di attenzione si è ridotta al minimo (al netto di prodotti tecnici che necessitano di testi che possono essere visti come complessi). Occorre pensare sempre all’indicizzazione. Di contro, hanno acquisito maggiore rilevanza le foto; stiamo addirittura inserendo elementi di testo direttamente sulle immagini per risultare maggiormente percettibili. Un mondo online vissuto con meno tempo da dedicare al prodotto ma anche con maggiore consapevolezza: il navigatore possibile acquirente si informa su aziende e prodotti, capisce chi mente e chi lavora bene, c’è una maggiore confidenza sugli strumenti».
Parliamo di Amastar: cosa ha caratterizzato il suo 2024? Quali saranno i prossimi passi, obiettivi, focus?
«Una stagione, quella appena trascorsa, molto positiva, anche se, rispetto al 2023, non abbiamo avuto una grande crescita in termini di fatturato, ma molti feedback. Siamo ancora piccoli e quindi a misura di piccola media impresa. Ci siamo concentrati sul cliente, sulla fidelizzazione, su come siano cambiati gli scenari, per capire cosa interessi veramente alle aziende con cui lavoriamo, per poter progettare un portafoglio più fidelizzato. Nel 2025 punteremo verso società più strutturate e su brand più conosciuti, così da poter diversificare il lavoro e allargare gli orizzonti. Nel corso del 2024 abbiamo lanciato un software di proprietà che analizza i dati di vendita; al momento è disponibile in modalità Beta per i nostri clienti, durante la prossima stagione primaverile ci sarà il lancio vero e proprio e il prodotto sarà reso disponibile a tutti».