Autore: Redazione
14/04/2017

Ad blocking: piccoli e medi editori i più danneggiati, ma in futuro anche i publisher più grandi rischiano perdite

Secondo PageFair anche i grandi gruppi media rischiano. E in pericolo ci sono la pluralità e diversità del panorama web e la qualità del giornalismo

Ad blocking: piccoli e medi editori i più danneggiati, ma in futuro anche i publisher più grandi rischiano perdite

I piccoli editori online sono quelli più danneggiati dall’ad blocking, sia in termini di traffico sia sul fronte dei ricavi pubblicitari. A rivelarlo è un nuovo report condotto da PageFair, nome noto nell’industry per aver prodotto diverse indagini sul tema e soprattutto per vendere strumenti e soluzioni per combattere il problema. Secondo PageFair, non appena gli utenti attivano un filtro per bloccare l’advertising, gli editori registrano un leggero incremento del traffico perché viene aperto un numero maggiore di pagine. Ma a un anno e mezzo il traffico cade a causa dell’impossibilità da parte dei publisher di continuare a produrre contenuti di qualità per via dell’ad blocking. Secondo quanto prevedono le stime di PageFair, il traffico può scendere di una media dell’8% nel giro di tre anni. Nel 2016, la percentuale di utenti con ad blocker a livello globale si è attestata al 30%, mentre in Italia è stata pari al 17%. In pericolo la diversità di internet Johnny Ryan, head of ecosystem di PageFair ha detto a Business Insider: “Quello di cui stiamo parlando è la morte, la lenta morte delle nicchie e della diversità sul web. E ciò sta accadendo nel momento in cui abbiamo un duopolio nel media”. “Conoscevamo già che l’ad blocking riduce le revenue - ha proseguito -. Ma non sapevamo che l’ad blocking ha anche un doppio impatto sul traffico, che si ripercuote sul fatturato e sul ranking nei motori di ricerca. È una pena nascosta per i piccoli e medi editori e sarà una pena veramente grande per i grandi publisher”. I grandi editori Finora, ha spiegato PageFair, i siti nella top 20 di Alexa non hanno segnato alcun declino, a causa principalmente della vendita di spazi pubblicitari premium direttamente agli inserzionisti. Ma la situazione è destinata a cambiare: se, infatti, le persone continueranno a usare software di ad blocking anche i publisher più grandi subiranno effetti tangibili. Il risultato? Ci sarà una transizione verso modelli di sottoscrizione e il generale livello qualitativo del giornalismo online potrebbe calare sensibilmente. Foto ad blocking page fair