Autore: Redazione
03/03/2017

Now is Next: il 22 marzo a Milano si tiene il Forum dell’Economia Digitale

Organizzato da Facebook con Giovani Imprenditori Confindustria, l’incontro si ciberà degli interventi di ospiti di provenienza diversa. DailyNet ha approfittato per fare una chiaccherata con Luca Colombo, responsabile di Facebook in Italia, trattando un ampio ventaglio di temi

Now is Next: il 22 marzo a Milano si tiene il Forum dell’Economia Digitale

Dopo la positiva esperienza dello scorso luglio, si ripeterà il prossimo 22 marzo il Forum dell’Economia Digitale 2017 (FED) - Now is Next, l’evento dedicato al presente e al futuro dell’economia digitale promosso da Facebook e Giovani Imprenditori Confindustria. L’appuntamento, battezzato nella giornata di ieri con una conferenza stampa negli uffici milanesi del social network, cui, oltre a Luca Colombo, country director di Facebook Italia, e Marco Gay, presidente di Giovani Imprenditori Confindustria, è intervenuta anche l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio del Comune di Milano Cristina Tajani, è in programma al Mico di Milano. «Vogliamo ripartire dall’anno scorso - ha spiegato a inizio conferenza Gay -: a luglio erano intervenuti 34 speaker, davanti a un pubblico di 1500 partecipanti, di cui ben 50 giornalisti». Obiettivo è far comunicare tra loro l’industria manifatturiera e la digital economy e aprire così nuovi mercati per il Made in Italy.

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Marco Gay, Cristina Tajani e Luca Colombo

Forum dell'Economia Digitale: argomenti e ospiti eterogenei

In attesa del completamento della lista degli interventi sono già 28 gli ospiti confermati. La seconda edizione dell’evento vedrà la partecipazione di manager e imprenditori provenienti da diversi settori merceologici che hanno fatto dell’adozione del digitale un asset stratregico delle loro imprese. Assieme a loro, in un programma che alterna talk, tavole rotonde, interviste e demo live, daranno il loro contributo rappresentanti di istituzioni e associazioni, esperti, accademici e realtà tra le più avanzate dello scenario attuale.

«Gli argomenti trattati saranno diversi - ha specificato Colombo - anche con personalità provenienti dal mondo sportivo, dello spettacolo e delle telco». Tra i nomi noti del settore advertising sarà presente Massimo Costa, country manager di WPP. In sala ci saranno anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, Enrico Cereda, presidente di IBM, Sandro Poli, ceo di General Electrics, Pier Francesco Favino, Andrea Guerra, presidente esecutivo di Eataly, Giovanni Malagò, presidente del CONI (Comitato Olimpico Italiano), il nuotatore e medaglia d’oro ai Giochi di Rio 2016 Gregorio Paltrinieri, Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft, e Angelo Trocchia, chairman di Unilever Italia. E naturalmente Luca Colombo e Marco Gay mentre sempre per Facebook ci sarà Laurent Solly, regional director per il Sud Europa, che raccoglie in qualche modo il testimone di Nicola Mendelsohn, VP Emea del social presente all’edizione del FED dello scorso luglio.

Forum dell'Economia Digitale, focus sulle PMI

Grande attenzione è riservata alle PMI, responsabili del 67% del nostro Pil (la percentuale più alta in Europa) e oggetto di uno studio continuativo realizzato da Facebook in collaborazione con Banca Mondiale e OCSE. La ricerca si concentra su quattro direttrici: sentiment, aspetto occupazionale, segmento internazionale e adozione degli strumenti digitali. E «riguarda le aziende attive su Facebook con una Pagina - ha aggiunto Colombo -. Vale a dire 140mila imprese in 33 diversi Paesi, di cui 7.400 italiane».

Tra le società italiane il 16% ha un business internazionale, fattore che ha ricadute positive proprio sul sentiment degli operatori. La certezza però rimane la necessità di effettuare investimenti per colmare il gap con il resto del mondo e d’Europa in tema di digitalizzazione. «Dobbiamo avere una visione aperta e trasversale se vogliamo trasformare la rivoluzione digitale in opportunità - ha proseguito Gay -. Ma il digitale richiede formazione, occorre costruire competenze specifiche e allineare le figure professionali a quelle che sono le esigenze delle aziende». Aziende che secondo lo studio Facebook sono pronte ad assumere: secondo l’indagine, infatti, il 20% è pronto a reperire nuove risorse umane nel corso dei prossimi sei mesi.

Luca Colombo: il ruolo di Facebook, le fake news, i rapporti con gli editori e la strategia video

A margine della conferenza stampa, DailyNet ha incontrato Colombo, per affrontare alcuni temi di grande attualità. Da una parte la reale natura della piattaforma Facebook, se sia o non sia una media company, una domanda emersa con prepotenza intorno al dibattito sulle fake news scaturito in seguito alle elezioni presidenziali americane, e dall’altra la strategia video e i risvolti che la stessa ha nei rapporti tra Facebook e gli editori. In merito al primo, Colombo ha chiarito come Facebook non sia una media company. Le dichiarazioni di Zuckerberg in merito «erano volte a specificare il ruolo di Facebook nella gestione della comunità e la volontà di favorire uno scambio tra le persone in un ambiente safe».

Per quanto concerne le fake news, Facebook ha avviato il Journalism Project e aperto collaborazioni con enti di verifica terzi per appurare la veridicità delle notizie e intervenire proattivamente alla loro segnalazione. «Negli Stati Uniti prima e in Francia e Germania poi, sono partite le prime iniziative per sperimentare come gestire questo aspetto con terze parti sempre con l’obiettivo di fornire un ambiente sicuro». Ma quando arriveranno nel nostro Paese questi strumenti? «Allo stato attuale stiamo parlando di sperimentazioni. Qualora l’iniziativa rispondesse in modo positivo agli obiettivi, allora sì che questo modello verrà esportata anche nel nostro Paese. È successa la stessa cosa anche con gli Instant Articles: abbiamo avviato dei test negli Stati Uniti, poi in Emea, e quindi abbiamo deciso di estendere la funzionalità in tutto il mondo». In questo caso è anche più difficile prevedere con precisione un eventuale rilascio del prodotto, perché il progetto non interessa solo Facebook, ma coinvolge anche terze parti con le quali la società di Menlo Park deve coordinarsi.

Quindi Colombo ha discusso l’argomento del rapporto con gli editori, anche dopo l’annuncio dei test dei mid roll su tutte le tipologie di video. Una strategia da molti interpretata come un chiaro segnale agli editori, con cui piattaforme quali Facebook e Google hanno un rapporto tormentato. «Se guardiamo a cos’è successo negli ultimi due anni ci rendiamo conto che inizialmente la relazione editore/piattaforme era un puro scambio di traffico. Quindi è stata introdotta sul mercato una novità: Instant Articles, che permette di monetizzare il traffico su Facebook. E il paradigma è cambiato. È chiaro però che le novità richiedono tempo: la monetizzazione per noi è un elemento centrale e vogliamo che gli sforzi degli editori siano adeguatamente remunerati». «Se pensiamo ai video, stiamo aumentando gli sforzi su questo fronte. Facebook Live è stato lanciato un anno fa e il focus è far sì che questo strumento funzioni in modo adeguato. E adesso stiamo cominciando a guardare come può essere un’opportunità per gli editori. Gli annunci delle scorse settimane ne sono in qualche modo la dimostrazione».

I risultati chiave della ricerca

Stato attuale, prospettive future, livello di fiducia

  • Per quanto riguarda la prospettiva futura per i prossimi 6 mesi, il 50% delle aziende italiane che ha preso parte al sondaggio hanno una visione positiva, il 37% neutrale, mentre il 13% negativa;
  • Il 43% delle aziende italiane intervistate valuta lo stato attuale della propria impresa come neutrale, il 38% come positivo, mentre il 19% considera la propria situazione come negativa.

Cinque sfide principali per le PMI

  • Per il 60% degli intervistati, la crescita del fatturato
  • Per il 59% degli intervistati, attrarre clienti
  • Per il 50% degli intervistati, l’incertezza delle condizioni economiche
  • Per il 46% degli intervistati, mantenere la redditività
  • Per il 37% degli intervistati, leggi e regolamentazioni sulle tasse

Secondo l’Inclusive Internet Index elaborato per Facebook dall’Economist Intelligence Unit

  • L’Italia si colloca al 10°posto assoluto rispetto ai 75 paesi considerati dall’Index e il 5° posto sui 12 paesi europei coinvolti nella valutazione;
  • La maggior parte del mondo connesso è sotto-connesso. Se il 94% della popolazione dei 75 paesi coinvolti ha accesso a un segnale mobile, solo il 43% ha accesso a un segnale 4G;
  • Contenuto rilevante in lingua locale è fondamentale per un internet inclusivo. Il contenuto in lingua locale è abbondante nei paesi non anglofoni (91% dei paesi hanno informazioni di base nella lingua locale) ma non tutto il contenuto rilevante è in lingua locale (solo il 49% dei paesi ha un sito governativo che consente di usufruire di servizi online);
  • Una componente chiave della Facilità (Readiness) è la riduzione del gap di genere. Mentre la connettività sta migliorando in tutto il mondo, il gender gap si sta ampliando: la quota di donne che utilizzano internet oggi è inferiore rispetto al 2013. Per definizione, se le donne non sono online, internet non è inclusivo.