Autore: Redazione
28/07/2022

Netflix: nel secondo trimestre 2022 ricavi in crescita del 9%, per il terzo atteso un incremento del 5% circa

A giugno la piattaforma streaming guidata da Reed Hastings si ritrova con 970mila abbonamenti in meno contro una stima di 2 milioni; dopo l’accordo con Microsoft, il modello ad-based partirà nella prima parte del 2023

Netflix: nel secondo trimestre 2022 ricavi in crescita del 9%, per il terzo atteso un incremento del 5% circa

Reed Hastings

Netflix ha comunicato qualche giorno fa i risultati economici del secondo trimestre 2022, e la prima relativamente buona notizia per la società guidata da Reed Hastings è che gli abbonamenti sono effettivamente in calo come previsto, ma molto meno rispetto alle stime avanzate nel primo quarter dell’anno, che prevedevano entro il primo semestre una emorragia di 2 milioni di abbonati e invece è rimasta contenuta a 970mila unità. A fine giugno, Netflix conta una customer base di 220,67 milioni di abbonati a livello globale, comunque in crescita del 5,5% sul pari periodo dell’anno scorso; e prevede di recuperare gli abbonati persi già nel prossimo trimestre, acquisendone 1 ulteriore milione. Nello specifico, il servizio di streaming video ha perso 1,3 milioni di abbonati negli Stati Uniti e in Canada e circa 770mila in Europa e Asia occidentale, mentre ha tenuto in America Latina ed è cresciuto di circa 1 milione nella regione Asia-Pacifico. I ricavi, invece, crescono del 9% a 8 (7,97) miliardi di dollari rispetto al pari periodo del 2021 - +13% a valuta costante -, un risultato “migliore del previsto” secondo quando affermato dall’azienda nella lettera agli azionisti. “Siamo in una posizione di forza – si legge nella nota -, visti gli oltre 30 miliardi di dollari di fatturato, i 6 miliardi di dollari di profitto operativo dello scorso anno, il flusso di cassa libero in crescita e un bilancio solido”. Nel terzo trimestre la società prevede di generare oltre 7,8 miliardi di fatturato, con un incremento del 4,7% sul pari periodo 2021.

Il modello ad-based

La prima avvisaglia era stata la contrazione a sorpresa di 200mila unità registrata nei primi tre mesi, inclusi 700mila clienti russi persi con l’uscita dal Paese per via della guerra con l’Ucraina, che ha avuto come effetto quello di accelerare il percorso verso l’adozione di un modello di business misto con la pubblicità per conquistare nuovi abbonati. A questo proposito, lo scorso 13 luglio la piattaforma ha annunciato una partnership globale esclusiva con Microsoft per la gestione dell’advertising. La nuova offerta dovrebbe partire nei primi mesi del 2023. Nel corso della presentazione dei conti, Netflix ha comunicato che il servizio ad-based sarà lanciato inizialmente in una serie di mercati dove la spesa pubblicitaria è significativa, e si prevede una rapida evoluzione del business pubblicitario. I prezzi non sono ancora stati noti, ma secondo quanto affermato dall’azienda saranno più popolari del pacchetto standard senza pubblicità, che negli USA costa 15,49 dollari. Nella lettera agli azionisti, Netflix ha dichiarato che Microsoft sta "investendo molto per espandere il proprio business pubblicitario multimiliardario nel settore dei video televisivi premium”, e che questa partnership garantirà “costi per impression premium da parte degli inserzionisti di marca". L’offerta ad-based completerà i piani già esistenti privi di pubblicità; a livello globale il ricavo medio per membro è cresciuto a un tasso annuo composto del 5% dal 2013 al 2021, "quindi ha senso ora dare ai consumatori la possibilità di scegliere un'opzione a prezzo più basso con pubblicità, se lo desiderano".

Le stime degli analisti sull’adv

Secondo gli analisti finanziari, l’introduzione del servizio con la pubblicità non dovrebbe cannibalizzare la base abbonati esistente. Anzi, si stimano 4,3 milioni di ulteriori abbonamenti negli Stati Uniti e in Canada già nel primo anno. L’ipotesi è che in USA il prezzo ad-based costi 10 dollari e che ogni abbonato “generi” 7 dollari mensili di raccolta pubblicitaria. Secondo le proiezioni, i ricavi adv passerebbero da 150 milioni di dollari nel 2023 a 1,8 miliardi nel 2025. Tornando ai risultati del secondo trimestre, la crescita del 6% delle sottoscrizioni avrebbe contribuito all’incremento dei ricavi complessivi, mentre i ricavi medi per singola memberhip (ARM) sono aumentati del 2%, e l'apprezzamento del dollaro USA rispetto alla maggior parte delle altre valute ha rallentato la crescita. Nell’area Asia-Pacifico i ricavi sono cresciuti del 23%, ma con un calo del 2% dei ricavi medi per abbonamento. I ricavi e gli ARM dell'area EMEA sono aumentati rispettivamente del 13% e del 6% rispetto all'anno precedente. In America Latina i ricavi sono cresciuti del 19% rispetto al 2021, e hanno superato per la prima volta il miliardo di dollari. In UCAN, ARM e ricavi sono aumentati del 10%. L’adeguamento dei costi al corrente tasso di crescita dei ricavi ha comportato circa 70 milioni di dollari di costi di licenziamenti e una svalutazione non monetaria di 80 milioni di dollari di alcuni contratti di locazione di immobili.

Investimenti in contenuti

Durante la presentazione dei conti, il CEO di Netflix Reed Hastings ha previsto la fine della tv lineare entro cinque o dieci anni. Secondo gli ultimi dati Nielsen, che misura gli ascolti televisivi negli USA, lo scorso giugno la piattaforma in streaming ha raggiunto uno share complessivo del 7,7%, contro il 6,6% di un anno fa; e in termini di minuti totali visti è leader con oltre 1300 miliardi, poco meno della somma di CBS, secondo network più visto con 753 miliardi di minuti, e NBC, terzo con 597 miliardi. E ancora: per quanto riguarda la spesa in contenuti, quest’anno si dovrebbe chiudere a quota 17 miliardi di dollari, uno in meno rispetto a quanto previsto inizialmente. Per il 2023, il Chief Financial Officer Spencer Neumann ha confermato livelli di investimenti simili a quelli di quest’anno.

Previsioni 2022

Nel terzo trimestre, a fronte di una stima di crescita dei ricavi del 5%, 12% a valuta costante, e del 3,8% negli abbonamenti, escludendo l'impatto della valuta l'utile operativo calerebbe del 3%, contro una previsione del 29%, e il margine operativo sarebbe del 20%, contro una stima del 16%. Inoltre è attesa una crescita netta a pagamento di 1 milione rispetto ai 4,4 milioni del trimestre precedente e, per l'intero 2022, un margine operativo del 19%-20%.