Digital Dust, cambiare insieme al mercato: crescita del 350% nel primo semestre
A colloquio con Alessandra De Siena, co-founder e partner dell’agenzia: le difficoltà dell’ultimo biennio, la crescita di alcuni settori, le richieste dei clienti, nuovi e vecchi media
Alessandra De Siena
Comunicare oggi: un qualcosa di sempre più sottile, sofisticato, complesso. I mezzi cambiano, le strategie si adeguano, gli inciampi sono all’ordine del giorno, le suggestioni abbondano, le virate non si contano. Non ci si può distrarre, non si può prendere una pausa a tempo indeterminato, anche una semplice sosta sotto un ombrellone potrebbe rivelarsi cataclismatica. Che bello quando si viveva con lentezza, ma poi le richieste di biciclette si sono fatte pressanti e allora… tocca pedalare. E se nel mentre il mercato, ma che dico il mercato, il mondo, venisse avvolto da una pandemia? Neanche le due ruote in versione assistita potrebbero salvarci. Invece è accaduto e, tra mille dubbi, sofferenze, titubanze, l’emergenza sanitaria, e poi sociale e quindi finanziaria è riuscita, come si suol dire in situazioni più agevoli, a fare qualcosa di buono. Le famigerate accelerazioni digitali, la tecnologia che fa passi da gigante, le leggende che si accavallano. Le idee, soprattutto. Quelle di Digital Dust, realtà sorta 8 anni, dall’entusiasmo esperto di Alessandra De Siena e Federica Zucchi. Un’agenzia internazionale indipendente, specializzata in Influencer Marketing, Social Media Management e Content Production per il mondo social. Nel dettaglio: Influencer Marketing, che si occupa di tutti i processi d’ideazione, progettazione, sviluppo e realizzazione delle attività di Digital PR e Digital Campaign a livello internazionale attraverso un’accurata ed attenta selezione di influencer per i diversi target; Social Media Management, che offre un servizio di consulenza strategica per la costruzione dell’immagine sulle piattaforme social attraverso la creazione di contenuti foto e video; Content Production che sviluppa le strategie comunicative per i diversi social attraverso un processo di Creative Strategy mirato ad esaltare l’immagine del brand.
Ieri, oggi, domani
Una mission, quella dell’agenzia, chiara sin dal principio: accompagnare le aziende attraverso le rapide trasformazioni della comunicazione, fornendo soluzioni efficaci che rispondano al meglio alle esigenze dei clienti attraverso la combinazione di creatività, performance e innovazione. Mica male mettersi alla prova in un momento delicato come quello vissuto nell’ultimo biennio. O no? Lo abbiamo chiesto alla partner e co-founder dell’agenzia Alessadra De Siena.
Come ha reagito Digital Dust nell’ultimo biennio?
«Il primo lockdown, quello vero, della primavera del 2020, arrivò all’improvviso, creando non poco panico, ma alla fine non così tanto in ambito digital. E ce ne accorgemmo progressivamente nelle scorrere delle settimane. Uno degli appigli alla realtà era proprio diventata la dimensione digitale. E così, siamo andati in crescita, soprattutto con alcuni settori che si sono rivelati prima in grande fermento e poi protagonisti di autentici boom: si pensi al beauty, così come il beverage e il food. E non è difficile capire il perché. La moda di contro ha patito, ma non così l’abbigliamento sportivo o quello legato alla dimensione casalinga. E poi, ci siamo trovati di fronte a un discreto numero di realtà che mai o quasi avevano approcciato la dimensione digital ma che, gioco forza, hanno dovuto cambiare idea e cominciare a investire seriamente nell’ambito».
Cosa vi chiedono oggi i clienti?
«Ci chiedono di vendere, ossia di avviare dei processi di comunicazione che portino a conversioni immediate o quasi. Bisogna recuperare e farlo in tempi brevi. Ed ecco perché, all’interno delle nostre tre specializzazioni abbiamo aggiornato i programmi, abbiamo letteralmente inventato nuove modalità di comunicazione».
In quale segmento si sono avvertiti i maggiori cambiamenti?
«Oggi la comunicazione influencer è diventata sempre più naturale, meno artificiosa. Era ora».
Ma se il cliente tipo guarda alla conversione come tappa principale della sua strategia, non si rischia di far sparire i discorsi a lungo termine?
«No, la vendita è solo il primo passo per avviare una strategia di media-lunga durata, le due cose devono andare di pari passo».
Chi è rimasto indietro?
«Tendenzialmente chi può permetterselo ancora per un po’, ossia certi grandi colossi, quindi un po’ più lenti, restii a certi cambiamenti».
Che mezzi vengono privilegiati oggi?
«Tutto quello che è digitale è sempre più presente, ma c’è un grande ritorno della televisione, anche per la possibilità sempre più esatta di poter programmare gli spot».
Che c’è di vero nel racconto di un’Italia sempre in ritardo sui trend e sulle innovazioni?
«Poco. Di fronte a nuove realtà, ci siamo sempre, come autentici protagonisti. Basterebbe dare uno sguardo agli italiani che imperversano su TikTok».
Come avete chiuso la prima parte dell’anno e su cosa punterete nel futuro?
«Abbiamo registrato un +350% di crescita generica. I prossimi passi ci vedranno sempre più strutturati sul ramo Food».