Autore: Redazione
11/12/2018

Google+, scoperto un nuovo bug. La chiusura è anticipata ad aprile dell’anno prossimo

La società ha detto di aver scoperto una nuova falla che ha esposto i dati personali di 52,5 milioni di utenti per sei giorni a novembre. Per Big G nessuna evidente prova dell’utilizzo improprio delle informazioni personali

Google+, scoperto un nuovo bug. La chiusura è anticipata ad aprile dell’anno prossimo

Google ha deciso di chiudere in anticipo Google+, dopo aver scoperto un nuovo bug che ha colpito il social network, dando accesso ai dati riservati di 52,5 milioni di utenti. La società aveva già deciso di mandare in pensione la piattaforma lo scorso ottobre, dopo che un’inchiesta del Wall Street Journal aveva fatto emergere un bug simile a quello rivelato ieri.

Inizialmente Big G aveva annunciato lo shut down per l’estate dell’anno prossimo, ma l’azienda ha fatto sapere ieri che la data sarà spostata ad aprile. La motivazione è connessa all’individuazione di un nuovo bug, che ha esposto le informazioni degli user rendendole “potenzialmente” disponibili ai developer. La dimensione di questa nuova scoperta è di gran lunga maggiore alla prima: 52,5 milioni di persone contro le 500.000 del primo caso.

Il nuovo errore è avvenuto a novembre ed è durato sei giorni. Google sostiene che il bug non ha fornito alle applicazioni di terze parti l’accesso ai dati finanziari o alle password degli utenti e che non è stata individuata alcuna prova che le informazioni private siano state consultate o utilizzate in modo improprio. Dunque, come per la prima volta, non ci sarebbe nessun danno, se non d’immagine. Ma il periodo non è certo dei migliori: oggi Sundar Pichai è atteso dal congresso americano dopo il forfait di fine estate, che aveva scatenato non poche ire tra i legislatori statunitensi.

“Comprendiamo che la nostra capacità di costruire prodotti affidabili in grado di proteggere i dati personali crei fiducia tra gli utenti - si legge nel blogpost di Google -. Abbiamo sempre preso seriamente questo aspetto e continuiamo a investire nei nostri programmi sulla privacy per perfezionare i processi interni di revisione, creare potenti strumenti per il controllo dei dati e coinvolgere utenti, ricercatori e responsabili politici al fine di ricevere il loro feedback e migliorare le nostre iniziative”.