Autore: Redazione
18/12/2017

Hearst Italia: raccolta 2107 a -2%; a marzo il “nuovo” Marie Claire con Antonella Bussi

Rispetto a quanto realizzato nel corso del 2016, il print dovrebbe perdere quest’anno circa il 3% dei ricavi pubblicitari, ma il digital registra un progresso del 10%; performance positiva dei brand d’arredamento, mentre l’andamento del periodico Gioia! è flat, con i mensili femminili in flessione

Hearst Italia: raccolta 2107 a -2%; a marzo il “nuovo” Marie Claire con Antonella Bussi

Hearst Italia chiude il 2017 con la nomina di un nuovo direttore per Marie Claire, Antonella Bussi, che firma dal numero di gennaio attualmente in edicola e si appresta a rinnovarlo a partire dal numero di marzo, in concomitanza con la settimana della moda di Milano. Sarà “un cambiamento nella continuità” dichiara l’amministratore delegato di Hearst, Giacomo Moletto, intervenuto venerdì scorso alla colazione natalizia di presentazione del direttore. Continuità per via del passato di Bussi da condirettore del magazine, che nella versione del nuovo direttore punterà ancora di più sulla bellezza, con un nuovo approccio e un rafforzamento del Prix d’Excellence de la Beauté a partire dall’edizione 2018. «Sarà un femminile che parla di tutto - dice Bussi -: di intrattenimento mainstream e non, di bellezza, di moda, di personaggi da scoprire e con un filo rosso a caratterizzare tutto l’anno, ovvero il tema della gentilezza».

Gli andamenti pubblicitari

Marco Cancelliere, direttore generale della divisione advertising di Hearst Italia, commenta i risultati del 2017. La raccolta complessiva dei magazine Hearst è in calo del 2% sul 2016, “un ottimo risultato se messo a confronto con gli andamenti medi dei periodici, raggiunto grazie a una buona ripresa nel secondo semestre, a fronte di un primo a -5% circa”. La stampa perde il 3% dei ricavi advertising rispetto all’anno scorso, invece il digital, vale a dire display e native adv sui siti delle testate e sulle edizioni per iPad, cresce del 10% circa. “Nello specifico, sono estremamente positivi gli andamenti della stampa dei brand d’arredamento, la cui raccolta cresce quasi del 10%. Gioia! è in linea con l’anno scorso, e questo è un segno molto buono dato il trend dei settimanali. Sono in flessione, invece, i femminili come Elle, Marie Claire e Cosmopolitan”, anche se il numero di gennaio 2018 di Marie Claire ha registrato una raccolta pubblicitaria superiore del 10% rispetto allo stesso numero di quest’anno, ma il mese di gennaio è il meno forte della stagione.

Il digitale

La crescita del digitale è omogenea su tutti i brand, e da Esquire, lanciato lo scorso ottobre solo in versione online, arrivano buoni dati sia sul fronte della raccolta, sia in termini di traffico, che già a novembre ha superato i 500 mila utenti unici, in anticipo di un mese sull’obiettivo. Per quanto riguarda i settori, tiene la cosmetica selettiva mentre scende quella mass market; nella moda si assiste a un aumento degli investimenti da parte dei top brand (i primi 50) e a una contrazione da parte dei marchi contemporary, ma i clienti attivi risultano in aumento. Il fashion si orienta sempre di più sul digitale. Oggi questo mezzo pesa per il 14% sui ricavi pubblicitari di Hearst Italia, trainato soprattutto da progetti speciali e native. “Online e offline, i progetti speciali valgono circa il 20% di tutto il fatturato, e il 50% del solo digital. Complessivamente, la raccolta derivante dai progetti speciali cresce del 10%, e del 20% nel digital. Abbiamo realizzato oltre 500 tra progetti di branded content e sponsorizzazioni. Il branded content sarà il driver del 2018”, conclude il manager.