Autore: Redazione
12/07/2016

Google finisce ancora sotto la lente dell’Ue

In arrivo uno “statement of objections” supplementare nella causa sul favoreggiamento dei servizi di shopping

Google finisce ancora sotto la lente dell’Ue

Entro la fine del mese l’Ue dovrebbe aprire uno “statement of objections” supplementare ad Alphabet, la holding cui fa capo Google, sulla causa relativa ai servizi di shopping. Le autorità regolatorie del vecchio continente sarebbero pronte a rilasciare nuove accuse in merito al processo che vede Big G coinvolto a causa del “favoreggiamento” dei suoi servizi di shopping nei risultati di ricerca. Sono quindi due le cause che vedono Mountain View sotto i riflettori europei: Android e servizi di shopping. In arivo ce ne sarebbe una terza, quella relativa al comportamento scorretto in ambito pubblicitario, non ancora ufficiale ma emersa per mezzo di indiscrezioni di stampa. Nuove accuse Il documento supplementare dovrebbe essere un affinamento della precedente causa, secondo quanto rivela una fonte al Wall Street Journal. E potrebbe creare degli importanti precedenti sul modo di operare della società in vari servizi, come quelli local o travel. La causa è stata avviata nell’aprile 2015: Google avrebbe prediletto i suoi servizi di comparazione per lo shopping nei risultati di ricerca. Una pratica giudicata come sleale, e secondo il commissario Margrethe Vestager questo modo di agire sarebbe comune a varie attività del gigante, che dall’Europa genera oltre il 20% dei propri ricavi. Ovviamente ciò non significa necessariamente l’apertura di nuovi contenziosi ma solo che l’Ue continua a monitorare costantemente tutte le operazioni di Alphabet. Le mosse della Commissione Uno statement supplementare permette alla Commissione di affrontare argomenti che l’azienda ha tirato in ballo nella risposta alla prima serie di accuse formali. Nel caso dello shopping, Google sostiene che l’Ue ha errato l’analisi del business ad elevatissimo tasso di crescita dello shopping online, non riuscendo a spiegare la rapida evoluzione di servizi come Amazon ed eBay. Adesso si attende l’uffucializzazione della causa sui servizi pubblicitari mentre la risposta a quella su Android è prevista nei prossimi mesi.