Autore: Redazione
16/11/2017

Microsoft punta su Bing, arrivato a una quota del 10% in Italia

Mascha Driessen, senior director Strategic Search Western Europe di Microsoft Advertising illustra a DailyNet le ultime evoluzioni del motore di ricerca, che sperimenta l’utilizzo di bot

Microsoft punta su Bing, arrivato a una quota del 10% in Italia

Bing è un pezzo sempre più importante dell’ecosistema di Microsoft. Ed è in grande crescita, in Italia e nel mondo. A sostenerlo è Mascha Driessen, senior director Strategic Search Western Europe di Microsoft Advertising, con un curriculum di tutto rispetto nel mondo della televisione e del media. Mascha Driessen, infatti, ha lavorato per il network RTL, per Endemol, oltre a occuparsi del roll out di YouTube nel Benelux. La manager siede anche nel board olandese di IAB ed è specializzata sui temi dell’innovazione, inerenti in particolare a strategie, modelli di business e monetizzazione. DailyNet ha avuto l’opportunità di incontrarla per discutere delle ultime trasformazioni di Bing.

Verso quale direzione sta evolvendo Bing?

Bing sta vivendo un momento di crescita davvero importante. In Italia ha raggiunto una quota del 10% del mercato, in Francia questo valore si alza al 18%, in Gran Bretagna è pari al 25%, mentre negli Stati Uniti la nostra share è addirittura del 33%. Un risultato che è stato costruito nell’ultimo anno e mezzo e che pone le basi per proseguire su questa scia.

Qual è il motore alla base di tali performance?

Io credo che a spingere l’andamento positivo del motore di ricerca siano due fattori. Il primo è Windows 10: da quando Microsoft ha rilasciato il sistema operativo impostando come browser predefinito Edge, e contestualmente inserendo come motore di ricerca di default Bing, abbiamo registrato un incremento straordinario, dato che sono oggi 500 milioni le persone che utilizzano Windows 10 nel mondo. Non solo, Bing è integrato anche in altri nostri prodotti, quali Skype, Word e Cortana per fare degli esempi. L’obiettivo è quello comune a tutte le attività di Microsoft, creare efficienza e favorire la produttività delle persone. In sintesi, l’algoritmo di Bing è integrato in tanti prodotti, non solo nostri.

È questa la seconda area di crescita cui accennava in precedenza?

Sicuramente essa è rappresentata dalle syndacation partnership. In questo senso posso citare le nostre collaborazioni con Yahoo, ora Oath, e con Italiaonline, che dispongono del nostro motore di ricerca per favorire l’esperienza utente e creare nuove opportunità in ambienti editoriali premium. Abbiamo una partnership con Amazon per cui Cortana è presente sul dispositivo Alexa, la stessa cosa è avvenuta per Invoke di Harman Kardon. Anche Siri di Apple usa l’algoritmo di Bing. E stiamo già guardando più avanti, integrando i bot all’interno dei nostri asset, come Skype e Bing.

Su quali fronti si stanno concentrando gli investimenti di Microsoft su Bing?

Siamo molto interessati a comprendere con precisione i consumer behaviour. Il nostro scopo è arrivare a conoscere le intenzioni delle persone ancora prima che inizino una ricerca. Per questo ricaviamo insight in tempo reale, che vanno oltre il consumer behaviour e abbracciano anche la sfera della vita personale e professionale. La commistione di tali indicatori completa il quadro comprensivo del consumatore. Ci tengo ancora a sottolineare che alla base dei nostri processi operativi c’è la volontà di servire e supportare gli utenti a essere più produttivi.

Spostando l’attenzione verso il nostro paese,  cosa ci può raccontare?

Ormai il team italiano di Bing è pienamente operativo. E l’attenzione al mercato locale ci ha permesso di posizionarci come secondo operatore, con una quota del 10%. Le nostre risorse sono impegnate a valorizzare quelli che sono i plus dell’offerta commerciale di Bing: gli utenti hanno elevati livelli di educazione, usano Windows 10 ed Edge e quindi la gran parte ha un lavoro e un alto potere di spesa. Bing garantisce risultati migliori a costi minori rispetto ad altri concorrenti. Un altro elemento da evidenziare è che il 25% dell’audience è esclusiva, in altre parole non si trova su altri motori di ricerca.

Ci può parlare di una case history condotta nel nostro Paese?

Vorrei toccare una collaborazione di grande rilevanza che possiamo citare per l’Italia. È relativa a Mindshare, agenzia media parte di GroupM. I dati della partnership restituiscono un abbattimento del 20-22% del CPL sui clienti dove Mindshare ha collaborato con il team Bing Ads Italia, oltre a una diminuzione del 40% del CPC. Risultati che confermano ancora una volta le opportunità insite in Bing.

Quali sono le ultime novità in casa Bing?

Arrivano dall’America, dove per ora sono in fase beta, e riguardano l’inserimento dei bot pubblicitari sul motore di ricerca, sfruttando in particolare l’analisi del linguaggio. Siamo anche impegnati sul fronte della comunicazione vocale, che arriverà a pesare per il 50% del totale ricerche nel 2020, secondo uno studio di comScore. L’obiettivo è sempre lo stesso: fornire un valido supporto per arrivare a generare risultati migliori. Per gli utenti, gli inserzionisti e per noi.